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Nella prima mattinata del 1° aprile è stata ottenuta una vittoria storica per la classe operaia americana. Amazon, il secondo più grande datore di lavoro negli Stati Uniti, di proprietà della seconda persona più ricca al mondo, e un bastione della resistenza antisindacale dei padroni, ha subito un duro colpo.

Abbiamo ricevuto un breve rapporto sulla battaglia politica che si svolge nell’organizzazione moscovita del Komsomol (l’organizzazione giovanile del Partito Comunista della Federazione Russa) sulla questione della guerra in Ucraina. Come risultato della loro opposizione alla linea ufficiale e sciovinista della direzione del partito, i sostenitori della Tendenza Marxista e altri iscritti sono stati espulsi.

Abbiamo ricevuto questa corrispondenza sulla crescente repressione all’interno della Russia, mentre l'”operazione speciale” (cioè la guerra in Ucraina) si trascina. Anche la minima critica all’invasione viene silenziata, pena l’arresto e il carcere. Testate giornalistiche indipendenti e piattaforme di social media vengono chiuse, e chiunque esprima disapprovazione per la guerra viene etichettato come un “traditore della nazione”. Queste misure sono un segno della debolezza del presidente Vladimir Putin, non della sua forza, e faranno solo accumulare risentimento fra le masse.

La classe capitalista tedesca e il suo governo stanno cogliendo l’occasione della guerra d’aggressione della Russia contro l’Ucraina per favorire il loro programma militarista e imperialista. I marxisti tedeschi di Der Funke smascherano la nauseante ipocrisia e la sete di guerra della classe dominante del loro Paese e fanno appello a combattere la piaga della guerra con la solidarietà internazionale. La classe dominante tedesca, potenza dominante dell’Ue e braccio destro a disposizione dell’imperialismo Usa per mezzo della Nato, ha giocato un ruolo centrale nella preparazione e nell’escalation di questo conflitto di lunga data in Ucraina.

Pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il governo Draghi ha ottenuto dal parlamento, quasi all’unanimità, l’approvazione dell’invio di armi al governo Zelensky, col voto favorevole anche di Fratelli d’Italia. Il ministro della Difesa, Guerini (PD), ha proposto un aumento delle spese militari da 25 a 38 miliardi di euro. Inoltre, il governo ha secretato la lista di equipaggiamenti militari che cederà all’Ucraina, sollevando la protesta persino di Amnesty International.

Questo articolo è stato scritto nel dicembre 2014 all’indomani del movimento Euromaidan in Ucraina, delle rivolte di Donetsk e Lugansk e dell’annessione russa della Crimea. A quel tempo, la Tendenza Marxista Internazionale era stata coinvolta nel lancio della campagna di Solidarietà con la resistenza antifascista in Ucraina (Saru). Nel frattempo, diverse organizzazioni sedicenti marxiste avevano capitolato al nazionalismo reazionario ucraino. Per questo, è stato importante all’epoca tornare indietro e fornire alcune informazioni sullo sviluppo storico della questione nazionale in Ucraina.

La prima vittima della guerra è la verità. Questo è vero anche per ciò che riguarda l’intervento militare russo in Ucraina. I marxisti devono essere in grado di aprirsi un varco nella nebbia delle menzogne e della propaganda di guerra e analizzare le vere ragioni dietro il conflitto, cosa lo ha causato e i veri interessi che stanno dietro le spiegazioni e le giustificazioni delle diverse parti coinvolte. Soprattutto, dobbiamo farlo dal punto di vista degli interessi della classe operaia internazionale.

Alan Woods (direttore dimarxist.com) fornisce un aggiornamento sulla situazione in Ucraina. Dall’inizio dell’invasione della Russia, una raffica di propaganda è stata pompata dai media occidentali, contribuendo a un’atmosfera di totale isteria, con i giornali che ora strillano sulla minaccia di una terza guerra mondiale.

E così, è iniziato. Le forze russe hanno scatenato un attacco massiccio contro l’Ucraina. Nelle prime ore del mattino, in un breve discorso televisivo, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato una “operazione militare speciale” all’alba. Entro pochi minuti dalla trasmissione, intorno alle 5 del mattino ora ucraina, si sono sentite esplosioni vicino alle principali città ucraine, tra cui Kiev, la capitale.

Dopo la drammatica svolta degli eventi, con il riconoscimento da parte del presidente russo Vladimir Putin delle repubbliche secessioniste in Ucraina orientale, seguito dall’invio di forze militari russe, pubblichiamo una dichiarazione dei compagni russi della TMI, elaborata insieme ai marxisti in Ucraina e nel Donbass, in opposizione a questo conflitto interimperialista.

Il presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto l’indipendenza delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Luhansk (DPR e LPR) nell’Ucraina sud-orientale e ha inviato truppe russe di “peacekeeping” in entrambi i territori. Ciò rappresenta una escalation significativa del conflitto tra la Russia e l’imperialismo occidentale. Quali interessi si nascondono dietro il conflitto, e quale dovrebbe essere la posizione del movimento operaio a livello internazionale?

La pandemia ha acuito e approfondito quella che era una crisi già in atto del capitalismo. Siamo ora di fronte alla crisi sociale, economica e politica più profonda da decenni. La certezza della ripresa non nega che le misure prese giocoforza dai capitalisti nell’ultimo periodo (cioè i massicci aumenti di spesa pubblica) si facciano ora sentire sotto forma dell’aumento dell’inflazione, con il costo della vita in aumento che provoca risentimento e instabilità in tutto il mondo.

Tutta la Polonia si sta interessando allo sciopero dei lavoratori della fabbrica di autobus Solaris a Bolechowo, vicino a Poznań. Inoltre, a Białystok, i lavoratori della Bison Company hanno iniziato uno sciopero a scacchiera; mentre anche i lavoratori della Pudliszki (un marchio di generi alimentari di proprietà della multinazionale Kraft Heinz) hanno minacciato di scioperare. Il deterioramento delle condizioni di vita sta aprendo la strada alla rinascita del movimento operaio organizzato nel paese.