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Il cosiddetto “anno super-elettorale”, durante il quale più di 50 paesi in tutto il mondo prevedono di andare alle elezioni, è stato inaugurato a Taiwan con importanti elezioni presidenziali e legislative. William Lai Ching-te, candidato del partito governativo Partito Progressista Democratico (PPD), ha avuto la meglio, ma il partito ha perso la maggioranza alle elezioni legislative e una fetta consistente dei suoi consensi. In un tale contesto, si apre una nuova era di instabilità per Taiwan e per gli equilibri in Asia.

Ieri sera (giovedì 11, ndt), gli attacchi aerei statunitensi e britannici hanno fatto piovere decine di bombe sofisticate sulle teste di una fra le popolazioni più povere del mondo. Le mani degli imperialisti occidentali sono sporche del sangue del popolo gazawi, ma finora potevano nascondersi dietro il fatto che, pur avendo fornito le armi, le bombe, il denaro e la copertura politica per il massacro, non avevano premuto direttamente il grilletto. No, hanno sempre insistito sul fatto che il massacro doveva essere compiuto con “moderazione”, con una “forza proporzionata”. Ora, nello Yemen, sono intervenuti direttamente, aggravando in modo sconsiderato il conflitto nella regione. Noi

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È passato appena un mese dall’insediamento di Javier Mieli alla presidenza dell’Argentina, avvenuto il 10 dicembre scorso. Contrariamente alle aspettative di gran parte dei commentatori di “sinistra”, che già preannunciavano l’avvento del fascismo nel paese Sudamericano, le sue politiche ultrareazionarie hanno già provocato scioperi e mobilitazioni di massa, dimostrano come il voto a Milei fosse pensato da milioni di argentini come un semplice voto di protesta contro la corruzione dei politici al potere.

[Nota del traduttore: la lingua inglese e quella italiana non sono cambiate allo stesso modo nel corso del tempo. L’autore fa riferimento a termini o espressioni che in inglese hanno assunto un nuovo significato, ma che non necessariamente lo hanno fatto in italiano. Per tale motivo, abbiamo inserito alcune note quando si verificano i giochi di parole più distanti dalla lingua italiana]

Il prossimo anno segnerà il centenario della morte di uno dei più grandi rivoluzionari della storia: Lenin. I pellegrinaggi al cospetto delle salme non fanno per noi; pensiamo che il modo migliore per onorare un grande rivoluzionario sia quello di studiare e conoscere le sue idee.

Ci sono molte persone in Occidente che in modo onesto guardano alla campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) come un modo “pratico” per mostrare solidarietà con la Palestina. Il BDS chiede l’isolamento economico e culturale di Israele per colpire i sionisti nel loro portafoglio. I suoi attivisti fanno spesso riferimento all’esempio del regime razzista dell’Apartheid in Sudafrica che, a loro dire, è stato abbattuto in gran parte grazie alle sanzioni e alle pressioni della “comunità internazionale”. Ma è davvero così?

Pubblichiamo qui due articoli che documentano la posizione di principio assunta dai trotskisti britannici del Revolutionary Communist Party (RCP), contro il piano del 1947 di spartizione della Palestina delle Nazioni Unite. Gli articoli furono pubblicati nel novembre e nel dicembre 1947 sul giornale dell’RCP, il Socialist Appeal, e spiegavano l’effetto catastrofico che la spartizione avrebbe avuto sulla lotta di classe contro l’intervento imperialista in tutta la regione, inasprendo i massacri interetnici e le divisioni nazionali e religiose.

Il candidato “libertario” di estrema destra Javier Milei ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali in Argentina con quasi il 56% dei voti, battendo il candidato peronista Massa (che ha ottenuto il 44%), il ministro delle Finanze uscente che aveva rinnovato un accordo con il FMI e promesso un governo di unità nazionale.

Il brutale bombardamento della città di Gaza, l’elevato numero di morti – già ben oltre 11mila, secondo le cifre ufficiali, oltre a 3mila dispersi – e la distruzione su larga scala delle infrastrutture, il bombardamento di ospedali, scuole, campi profughi, gli attacchi mirati alle ambulanze e al personale medico, tutto questo mette in piena luce la barbarie dell’aggressione dell’esercito israeliano nei confronti del popolo palestinese.

Un mese dopo l’inizio della pulizia etnica contro i palestinesi da parte del governo israeliano, l’Organizzazione dei portuali di Barcellona (Organització d’Estibadors Portuaris de Barcelona, OEPB) ha deciso di “non permettere l’attività nel nostro porto di navi che contengano materiale bellico”. Anche l’USTP (Unione dei lavoratori portuali) ha preso la stessa decisione l’8 novembre.

Quest’anno il Revolution Festival in Gran Bretagna è stato un evento senza precedenti. Un migliaio di comunisti provenienti da tutto il mondo si sono riuniti per un avvenimento storico e entusiasmante, animati da quello che costituirà il prossimo passo epocale: il lancio del Partito Comunista Rivoluzionario.

Il massacro a Gaza ha raggiunto la lugubre cifra simbolica di 10.000 morti, mentre più di un milione di persone sono sfollate dalle loro case, senza un posto dove andare. Per dare un’idea della portata di questi numeri, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno ucciso più persone a Gaza in un mese del totale dei civili ucraini uccisi nei 21 mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina nel febbraio 2022. Quest’ultima cifra era pari a 9.600 persone, secondo le stime del mese scorso.

L’esercito israeliano, dopo numerosi indugi, ha infine dato inizio alle operazioni di terra a Gaza, alla fine della scorsa settimana. Ma non si è trattato di un’invasione vera e propria. I generali dell’esercito israeliano sono del tutto coscienti del grande rischio al quale esporrebbero i propri soldati se incominciassero una battaglia casa per casa, con le truppe sul terreno. Inoltre, non vogliono fornire a Hezbollah la scusa di cui ha bisogno per estendere il conflitto, aprendo un secondo fronte al confine settentrionale con il Libano. Allora, quali sono i piani di Netanyahu e dei suoi generali?