La missione di Varoufakis: “Salvare il capitalismo europeo da se stesso"

Varoufakis, il ministro delle Finanze greco, si presenta come un marxista - anche se "erratico" - e viene descritto come tale anche dai media borghesi. Noi sosteniamo sia il classico riformista che crede che una soluzione alla crisi attuale possa essere trovata all'interno del sistema capitalista, una cosa che Marx non ha mai sostenuto.

Varoufakis, prima di diventare ministro delle Finanze è stato un professore di economia, avendo insegnato in varie università di tutto il mondo. È stato anche consulente di Papandreou quando era premier. Quando la crisi del capitalismo greco si è dispiegata, è emerso come una figura importante nello sviluppo della politica del nuovo governo di Syriza, in particolare nei suoi negoziati con la Commissione europea e il Fmi, e le idee che ha sviluppato per far fronte alla crisi sono di grande importanza per le masse lavoratrici greche.

Poco più di due anni fa Varoufakis ha presentato le sue idee in un articolo, "Confessioni di un marxista erratico nel bel mezzo di una ripugnante crisi europea." Questo è il discorso fatto al sesto Subversive Festival di Zagabria nel maggio 2013.

Farla finita con il capitalismo o salvarlo?

Nei paragrafi introduttivi di apertura del suo "Confessioni", egli pone ciò che descrive come un "terribile dilemma" per i radicali: usare la crisi capitalista per porre fine all'Unione Europea o lavorare per stabilizzare il capitalismo europeo? Egli conclude che "è un dovere storico della sinistra, in questo particolare momento, di stabilizzare il capitalismo; per salvare il capitalismo europeo da se stesso e dagli sciocchi responsabili della crisi inevitabile dell’eurozona."

Quando l’ha scritto era un professore che offriva le sue opinioni su come risolvere la crisi che attanaglia l'Unione europea. Oggi è il ministro delle Finanze e quindi dovrebbe essere in grado di mettere in pratica ciò che ha sviluppato nel 2013.

La sua posizione di base è che la sinistra non è pronta con una soluzione alternativa al capitalismo. La ragione di questo, come dice lui, è che "la sinistra era e rimane, totalmente sconfitta," e quindi abbiamo bisogno "di arrestare la caduta libera del capitalismo europeo, al fine di acquistare il tempo necessario per formulare una alternativa ad esso."

La logica di Varoufakis è bizzarra, per non dire di peggio. Oggi il capitalismo è in una grave crisi, ma non possiamo utilizzare questa crisi per svelare le sue contraddizioni interne alla classe operaia, quindi dobbiamo proporre una alternativa ... e questo perché la sinistra non è pronta. Perciò abbiamo bisogno di stabilizzare il capitalismo e trovare il modo di ottenere una crescita economica che permetterà un'esistenza civile. Una volta raggiunte tale condizioni ideali, possiamo cominciare ad esaminare le alternative e uscirne poi con qualcosa che possiamo offrire alle masse.

Supponendo che sia possibile che il capitalismo torni ad ottenere una crescita significativa, insieme alle riforme sognate da Varoufakis, perché i lavoratori dovrebbero ascoltare questi riformisti quando finalmente troveranno il coraggio di proporre il socialismo come alternativa, se il capitalismo da quel momento avrà iniziato a fornire livelli decenti di vita?

Cosa ha insegnato la Thatcher al giovane Varoufakis

Varoufakis sostiene che ha imparato una dura lezione dall'esperienza del governo laburista in Gran Bretagna negli anni ‘70 e la conseguente ascesa della Thatcher. Ha studiato nel Regno Unito nell'ultimo periodo del governo labourista del 1974-1979 e ha anche sperimentato l'ascesa della Thatcher. Da giovane pensava che un periodo con la Thatcher al potere sarebbe stata "una buona cosa, per dare ai lavoratori e alla classe media britannica un breve, ma duro, shock necessario per rinvigorire la politica progressista."

Tuttavia, aggiunge poi che, "Invece di radicalizzare la società britannica, la recessione che il governo della signora Thatcher ha così accuratamente progettato, come parte della sua guerra di classe contro il lavoro organizzata e contro il sistema redistributivo di welfare che era stato costruito dopo la guerra, ha definitivamente distrutto la possibilità stessa di una politica radicale e progressista in Gran Bretagna".

Varoufakis non mostra assolutamente alcuna comprensione di ciò che ha vissuto, tanto meno da un punto di vista marxista. Il Partito laburista vinse le elezioni nel 1974 basandosi su uno sciopero dei minatori che fece cadere il governo conservatore che era in carica dal 1970, oltre che a causa della recessione, dell’alta inflazione e dell’aumento della disoccupazione.

I marxisti in quel momento spiegavano che il governo laburista aveva di fronte due possibilità. La prima era quella di portare avanti un programma socialista, e con questo si intendeva la nazionalizzazione delle banche e importanti fette dell'economia. Questo sarebbe stato l'unico modo per realizzare delle riforme significative. L'altra opzione era quella di rimanere dentro i confini del sistema capitalista, il che avrebbe portato sotto le pressioni del sistema, l'aumento dell'instabilità e la necessità di misure di austerità, con tagli alla spesa pubblica.

I leader laburisti nel governo, intrisi di una prospettiva riformista, optarono per la seconda possibilità e imposero tagli e austerità. Come i marxisti avevano avvertito, questa opzione preparava una sconfitta del Partito laburista e il ritorno dei conservatori al governo. Ed è proprio quello che è successo. Nel 1979 la Thatcher vinse le elezioni e iniziò ad effettuare tagli e privatizzazioni, in combinazione con l'offensiva contro il movimento operaio organizzato.

Che cosa fece il Partito laburista all’opposizione? Si polarizzò a sinistra e a destra, e una forte corrente di sinistra emerse intorno alla figura di Tony Benn. Ma anche questa sinistra non trasse tutte le conclusioni necessarie. Nonostante portasse avanti richieste di alcune nazionalizzazioni e riforme, non ha mai tratto la conclusione che il problema risiedeva nel tentativo del governo laburista di gestire il capitalismo. La sinistra laburista si è quindi fermata a metà strada e nonha mai rappresentato un’alternativa credibile.

Come conseguenza la sinistra del partito ha cominciato a perdere forza e l'ala destra è stata infine rafforzata. Dove c'è stata lotta di classe militante, come lo sciopero dei minatori, i leader laburisti si sono rifiutati di sostenerli. Nel caso della lpolitica combattiva del Consiglio comunale di Liverpool (Liverpool Labour Council) - che rifiutava di introdurre i tagli draconiani della Thatcher e avevo mobilitato dietro di sè i lavoratori - i leader del partito condannarono apertamente gli assessori di Liverpool per aver messo in atto una lotta così coraggiosa procedendo poi ad espellere coloro che avevano guidato quella lotta.

Questo, assieme al ricordo di ciò che aveva fatto il Labour quando era in carica, ha fatto sì che ci sono voluti molti anni al Partito Laburista per recuperare il terreno perduto, vincendo le elezioni di nuovo solo nel 1997.

Varoufakis non spiega niente di tutto questo. La conclusione generale che ha tratto da quel periodo è che la sinistra è debole e non ha alternative al capitalismo. Dice che gli piacerebbe tanto lottare per una vera alternativa socialista, ma non si può. Quindi ciò che deve essere fatto è quello di "salvare" il capitalismo, rimetterlo in condizione di crescere ancora e stabilizzare la situazione. Una volta raggiunto tutto questo, avremo il tempo per sviluppare la nostra alternativa. Questo significa che Varoufakis ritiene sia possibile gestire il capitalismo in un modo tale da evitare le crisi. (Ci occuperemo di questo più avanti.)

In missione per convincere la borghesia

Varoufakis vede sè stesso come in missione per "lavorare per una vasta coalizione, anche con esponenti della destra, il cui scopo dovrebbe essere la soluzione delle crisi della zona euro e la stabilizzazione dell'Unione europea." [enfasi nostra] ... ha l’intenzione di convincere la società borghese dei suoi errori e di adottare le politiche che lui propone.

Elenca le persone con cui ha parlato. Tra questi ci sono "i manifestanti contro l’austerità in piazza Syntagma ad Atene", "studenti poveri nei sobborghi grechi e americani" e "attivisti di Syriza a Salonicco". Fin qui tutto bene. Ma poi ha anche parlato al "funzionari presso la Federal Reserve Bank di New York", "analisti di Bloomberg a Londra e New York" e degli "hedge funds di Manhattan e della City di Londra".

Così, "gli studenti poveri nei sobborghi grechi e americani" hanno, secondo Varoufakis, qualcosa in comune con gli speculatori degli hedge fund e la Federal Reserve degli Stati Uniti! La cosa in comune è quello di salvare l'Europa dalla barbarie, da un "bagno di sangue umanitario", che per Varoufakis sembra l'unico risultato possibile di un ulteriore peggioramento della crisi del capitalismo.

Questo rivela che non vede alcuna possibilità per la lotta di classe nell'attuale crisi europea, nonostante gli oltre 30 scioperi generali che abbiamo visto nella sola Grecia, dal 2008. Come dice lui, "la crisi dell'Europa è, per come la vedo io, gravida non di una alternativa progressiva ma di forze radicalmente regressive".

Questo è tipico dell'evoluzione dei riformisti il cui punto di partenza è sempre stata una mancanza di fiducia nella capacità della classe operaia di lottare per una trasformazione rivoluzionaria della società. E visto che la classe operaia non può cambiare la società, la cosa migliore è cercare di riformare il capitalismo, ma questo può essere fatto solo quando l'economia è in una ripresa. Quindi nei periodi di crisi cercano un modo di tornare alla "stabilità" e alla "crescita" come mezzo per creare la base su cui portare avanti le riforme.

È chiaro come nell’idea di Varoufakis del famoso "socialismo o barbarie" di Marx egli veda solo la barbarie. Infatti, le "forze regressive" a cui si riferisce sono così pericolose che potrebbero porre fine "alla speranza per un qualsiasi movimento progressista per le prossime generazioni". Ciò significa che, a meno che lui e quelli che la pensano come lui non riescano a convincere i capitalisti europei della necessità di salvare il capitalismo europeo da sè stesso, qualsiasi speranza di cambiamento sarà infranta per decenni.

Quasi a rispondere a qualsiasi critica da sinistra Varoufakis dice che, "Avrei voluto che la mia candidatura fosse stata di tipo diverso; avrei preferito promuovere un programma radicale la cui ragion d'essere sia quella di sostituire il capitalismo europeo con un sistema più razionale, diverso, - piuttosto che semplicemente una campagna per stabilizzare il capitalismo europeo ..." Qui sta cercando di riconquistare le sue credenziali di sinistra, ma fa un pessimo lavoro!

La sua esperienza con Papandreou

Varoufakis è stato già nelle stanze del potere in precedenza. Dopo aver lavorato all'estero come professore universitario, è tornato in Grecia nel 2000, e come dice lui: "Ho cercato di appoggiare George Papandreou, nella speranza di contribuire ad arginare il ritorno al potere di una destra che sta rinascendo, una destra decisa a spingere la Grecia di nuovo in una posizione xenofoba (sia a livello nazionale, con un giro di vite sui lavoratori migranti, sia nella politica estera)."

E' stato consigliere nel successivo governo del PASOK, e cercava chiaramente di convincere Papandreou delle sue idee. Varoufakis scoprì presto che i suoi sforzi erano stati vani, e per questo si è dimesso da consigliere di Papandreou all'inizio del 2006. Come ammette: "... il partito di Papandreou non solo non è riuscito ad arginare la xenofobia, ma, alla fine, ha presieduto le politiche macroeconomiche neoliberali più spietate che hanno guidato nei cosiddetti salvataggi promossi dall'Eurozona provocando così, involontariamente, il ritorno dei nazisti per le strade di Atene."

Il motivo per cui il governo PASOK non è riuscito a raggiungere nessuno degli obiettivi di Varoufakis è molto facile da capire. Mentre i leader riformisti del Pasok non avevano la prospettiva di trasformare la società, nessun dubbio rispetto al fatto che in tempi di crisi capitalista delle riforme significative sono impossibili se non accompagnate dall'abbattimento del sistema capitalista, prendendo il controllo delle leve dell'economia e istituendo la pianificazione della produzione. A meno che i leader di un governo di sinistra siano disposti a seguire questa strada, allora tutto quello che fanno cercare di far funzionare il sistema capitalista nell'interesse di tutte le classi. Ma il capitalismo ha una sua logica. Si basa sulla proprietà privata dei mezzi di produzione e dalla ricerca del profitto. Eventuali riforme significative che migliorano la vita dei lavoratori hanno un costo. La domanda è: chi pagherà per tali riforme? I capitalisti sono interessati solo ad aumentare i loro profitti. Combatteranno con le unghie e con i denti contro tutto ciò che li fa diminuire.

Nonostante la sua precedente esperienza con il PASOK, Varoufakis insiste che è possibile collaborare con i capitalisti per far funzionare il sistema a favore sia dei lavoratori che dei padroni. Non si lo può accusare di non provarci! Dopo aver fallito con il PASOK, ora sta cercando di applicare le sue stesse idee all'interno del governo guidato da Syriza. Gli si potrebbe ricordare una definizione popolare della follia: "reiterare la stessa azione più e più volte aspettandosi un risultato diverso."

Non è più un semplice consigliere, ma come ministro delle Finanze dovrebbe essere in grado di applicare le sue teorie. Invece vediamo come Varoufakis, sotto la pressione del capitale europeo, effettui una ritirata su molte delle richieste programmatiche di Syriza. Tutti i suoi appelli alla società borghese perchè si renda conto di come i suoi metodi sono errati sembrano - non a caso - essere caduti nel vuoto.

Indossare  - in parte – le vesti di Marx

Molto prima di diventare ministro delle Finanze, Varoufakis è stato co-autore di un documento, il suo Una modesta proposta per risolvere la crisi dell'euro. (di cui parleremo in seguito in maniera approfondita). Certo, ammette che non "hanno un bticiolo di marxismo all'interno" Nonostante questo egli sente la necessità di indossare - almeno in parte – le vesti di Marx. Dice che, "Karl Marx era responsabile per inquadrare la mia idea del mondo in cui viviamo". Anche se immediatamente faccia seguire a questo l’ammissione che "Non è qualcosa di cui parlo molto volentieri in questi giorni nella 'buona società', perché il solo menzionare la parola Marx fa staccare la spina al pubblico."

Così, quando si è spinto nella sua missione di cercare di convincere la "buona società", cioè l’alta società borghese, egli nasconde il suo "marxismo". In realtà, non ha bisogno di farlo, perchè in realtà non porta avanti per nulla una posizione marxista. E questo lo svela quando dice di essere "un marxista impenitente", ma pensa che “sia importante resistergli [a Marx] in maniera appassionata in tutta una varietà di modi. "

Come spesso accade i riformisti di sinistra vorrebbero indossare le vesti di Marx e presentarsi come radicali, solo per vendere meglio un'idea che è diametralmente opposta al vero marxismo.

Il problema in tutto il suo pensiero è che quello che si propone di fare è convincere la società borghese, i suoi economisti, i suoi politici, delle sue idee. Non è in un dialogo con la classe operaia. Questo si rivela nel modo in cui presenta il suo "metodo".

"... l’autorità stabilita non è mai turbata da teorie che si avventurano in ipotesi diverse dalle loro. In questi giorni nessun economista riconosciuto presterà mai attenzione ad un modello marxista o neo-ricardiano. L'unica cosa che può destabilizzare e sfidare veramente gli economisti neoclassici del pensiero dominante è la dimostrazione della contraddizione interna dei propri modelli".

Attenzione quindi, visto che teorie alternative non verranno prese sul serio dagli economisti borghesi, non vi è alcun motivo per perdere tempo nel cercare di svilupparle. Continua, "E' per questo motivo che, fin dall'inizio, ho scelto di approfondire le" viscere" della teoria neoclassica e di non spendere energie cercando di sviluppare alternative marxiste ai modelli del capitalismo."

Quello che Varoufakis scrive qui aiuta a spiegare tutto il suo approccio per risolvere la crisi che affligge l'Eurozona. Il suo obiettivo è quello di convincere gli economisti borghesi e i politici che gestiscono l'Unione europea a seguire il buonsenso, perchè vedano dove stanno portando le loro politiche e perchè cambino strada. Egli ritiene che con la ragione e la logica i borghesi possano vedere i loro errori. Egli gli fa notare la rovina cui il loro sistema è destinato a meno che non ascoltino per tempo il profeta del riformismo utopico.

Naturalmente, il problema che ha nel convincerli è che che le sue idee sono totalmente errate e non possono funzionare sulle basi della libera economia di mercato, vale a dire del capitalismo. Lui è un classico riformista che crede sia possibile migliorare allo stesso tempo sia la vita dei lavoratori che quella dei capitalisti, che è possibile trovare un terreno comune in cui gli interessi delle classi opposte possano essere conciliate in tempi di crisi economica acuta.

La ragione di tutto questo è che anche se lui sostiene che Marx ha perlomeno contribuito alla sua istruzione nel campo dell'economia, in realtà egli ha capito ben poco dell'essenza del marxismo. Questo si vede dai suoi scritti su Marx. Nonostante riconosca che Marx ha sviluppato le contraddizioni interne del capitalismo, si allontana da Marx e lo fa falsificando le posizioni di Marx.

Gli "errori" di Marx

Dopo aver spiegato che è in debito con Marx per "tutta la comprensione del nostro mondo sociale", passa poi a spiegare perché "è terribilmente arrabbiato con lui." Perciò spiega perché è un "marxista erratico”. Varoufakis afferma che "Marx ha commesso due errori spettacolari, uno è un errore di omissione e l'altro di commissione."

La prima cosa che accusa a Marx è il suo approccio apparentemente autoritario, citando la sua risposta al cittadino Weston [vedi “Salario, prezzo e profitto”] nella polemica sugli aumenti salariali. Egli dice che "Marx sentiva l'impulso irrefrenabile di schiacciare delle persone come il cittadino Weston che osava preoccuparsi del fatto che un aumento salariale (raggiunto attraverso azioni di sciopero) potrebbe rivelarsi una vittoria di Pirro se in seguito i capitalisti alzano i prezzi. Invece di limitarsi a discutere con gente come Weston, Marx era determinato a dimostrare con precisione matematica che questi sbagliavano, non erano scientifici, erano volgari, e non degni di attenzione."

Qui vediamo l'approccio superficiale e disonesto di Varoufakis sulla questione. John Weston era un membro del Consiglio Generale della Prima Internazionale, che ha sollevato due questioni: un aumento salariale può migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e far sì che le lotte dei sindacati per ottenere tali aumenti salariali abbiano un effetto dannoso sul resto dell’industria? Weston era del parere che gli aumenti salariali non erano favorevoli ai lavoratori ed erano anzi dannosi per l'industria nel suo complesso.

Il compagno Varoufakis, invece di entrare nell'essenza della polemica tra Weston e Marx, attacca Marx per il suo presunto approccio autoritario! Egli ignora il piccolo dettaglio che la teoria di Weston è stata usata dai padroni come arma nella loro lotta contro la classe operaia organizzata. La negazione di John Weston dell'utilità di lottare per aumenti salariali ha condotto direttamente ad un abbandono di ogni lotta politica da parte della classe operaia contro il capitalismo. In sostanza questo riflette le pressioni del pensiero borghese all'interno del movimento della classe operaia.

Quello che fa Marx è di fornire dati e l'esperienza storica per dimostrare che Weston sbagliava, che c'erano stati periodi di crescita salariale che non avevano affatto portato ad un aumento dei prezzi, che è ciò che Weston stava erroneamente sostenendo. Il fatto che Varoufakis ne ignori l'essenza e sottolinei semplicemente il "metodo" rivela molto circa il suo approccio!

Si lamenta che Marx "non è riuscito a fornire sufficienti idee e ha mantenuto un silenzio prudente riguardo l'impatto della sua teorizzazione sul mondo che stava delineando ... Lui non ha considerato la possibilità che la creazione di uno Stato operaio costringerebbe il capitalismo a diventare più civile, ma lo Stato operaio verrebbe infettato con il virus del totalitarismo mentre l'ostilità del resto del mondo (capitalista) nei suoi confronti crescerebbe sempre più. "

Inoltre, egli afferma che questa determinazione di Marx per "avere il 'completo', la storia o il modello 'chiuso', l’'ultima parola', è una cosa che non posso perdonare a Marx. Si è rivelato, dopo tutto, responsabile di una grande quantità di errori e, soprattutto, di autoritarismo. Errori e autoritarismo che sono in gran parte responsabili per l'attuale impotenza della sinistra come forza del bene e come autorità di controllo sugli attuali abusi alla ragione e alla libertà portati avanti dalle forze neoliberali."

E’ chiaro che qui Varoufakis si sta riferendo al fenomeno dello stalinismo e alla degenerazione dell’Unione Sovietica, anche se non lo dice esplicitamente. Non una parola circa l'impossibilità di costruire il socialismo in un solo paese, non una parola sulle condizioni concrete affrontate dall'Unione Sovietica nel 1920, l'arretratezza dell'economia e l'isolamento della rivoluzione a causa delle sconfitte della classe operaia in altri Paesi. Non una parola sui leader riformisti del movimento operaio, che hanno portato alla sconfitta i lavoratori di Germania, Ungheria, Italia, Spagna, Cina, Gran Bretagna e così via, nel periodo tra le due guerre mondiali.

Ciò che è implicito è che Marx sia stato in qualche modo responsabile dell'ascesa di Stalin. In questo egli fa un passo avanti rispetto alla solita propaganda su questo argomento. Spesso troviamo i tentativi di incolpare Lenin per Stalin, con l'idea che il cosiddetto "autoritarismo" di Lenin, spieghi l’affermazione di Stalin, dando quindi l’idea che non vi era alcuna differenza tra Lenin e Stalin. Varoufakis riesce a far progredire questa logica e tracciare le radici dello stalinismo facendo ritornare tutto a Marx!

Dove trova Varoufakis la prova dell’autoritarismo di Marx? La trova nel "presupposto che la verità sul capitalismo potrebbe essere scoperto nei suoi [di Marx] modelli matematici (i cosiddetti ‘schemi di riproduzione’). Questo è stato il peggiore servizio che Marx abbia consegnato al suo sistema teorico".

Questo è un tentativo di ridurre l'approccio di Marx a un rigido determinismo matematico, quando in realtà Marx aveva una visione molto più generale del sistema capitalista e ne considerava tutte le contraddizioni. Marx ha esaminato diversi tipi di crisi e non ha mai isolato un unico fattore come la causa di tutte le crisi. Ha però sottolineato che la causa fondamentale delle crisi del capitalismo può essere trovata, in ultima analisi, nella tendenza alla sovrapproduzione, che è proprio quello che stiamo vedendo oggi su larga scala a livello globale. Ma perché concentrarsi sull'essenza di Marx, quando è molto più utile attribuire a Marx un approccio autoritario, che poi può essere utilizzato per prendere le distanze da Marx?

Dopo aver sottolineato gli "errori" di Marx, Varoufakis si rivolge poi a Keynes per un aiuto: "Il gioiello di Keynes è la ‘scoperta’ della duplice natura del capitalismo: (A) era un sistema intrinsecamente indeterminato, con la caratteristica che oggi gli economisti potrebbero riferire come un infinito di equilibri multipli, alcuni dei quali in linea con la disoccupazione di massa permanente, e (B) poteva cadere in uno di questi terribili equilibri senza preavviso, in modo imprevedibile, senza una logica, solo perché una parte significativa di capitalisti temeva che ciò potesse accadere”.

E' incredibile che Varoufakis debba sostenere che questo concetto è un "gioiello" da parte di Keynes. Così riduce la nostra comprensione delle crisi economiche ai capricci soggettivi dei capitalisti. Secondo questo modo di pensare, si dovrebbe presumere che una crisi è provocato semplicemente dai capitalisti che non investono a causa della mancanza di "fiducia". Potremmo allora abbandonare tutte le teorie economiche e darsi invece alla psicologia!

Egli sostiene che le teorie di Marx sul capitalismo descrivono solo recessioni cicliche normali, ma sono inutili quando si tratta di capire una depressione come quella del 1930. Questo è assolutamente falso, visto che Marx ha dedicato tutti i suoi lavori a mostrare come il capitalismo è destinato a una grave crisi, come inevitabile risultato di crisi più piccole e dell'accumulo di contraddizioni su contraddizioni.

Egli contrappone alle teorie apparentemente senza valore di Marx sul capitalismo il concetto keynesiano dei cosiddetti "spiriti animali", che coinvolge la fiducia o meno di singoli capitalisti, che serve come uno strumento migliore, una "idea profondamente radicale", che funziona meglio del tentativo di Marx "di dimostrare i suoi teoremi matematici, come prove indiscutibili."

Quindi, al fine di rimediare agli "errori" di Marx quello che serve è di aggiungere un po' di keynesismo al marxismo. Come afferma Varoufakis, "di tutti i passaggi nella 'Teoria Generale’ di Keynes, questa idea dell’imprevedibilità auto-distruttiva del capitalismo, è quella che dobbiamo recuperare e utilizzare per tornare a radicalizzare il marxismo."

Una "Modesta Proposta"

Cosa propone Varoufakis per "ri-radicalizzare" Marx? Fondamentalmente ciò verrebbe fatto attraverso la continua espansione della spesa pubblica e del credito, cioè le politiche keynesiane! Nel suo lavoro "Modesta Proposta" egli sviluppa la sua idea di un "New Deal europeo", che nella sua idea "porterebbe al progresso in pochi mesi".

Quali sono gli aspetti essenziali? Al centro della sua proposta l'idea è che una parte significativa dei debiti nazionali dei paesi membri dell’Eurozona dovrebbe essere presa dalla Banca centrale europea, la quale avrebbe un grande ruolo da svolgere applicando un "programma limitato di conversione del debito". La Modesta Proposta afferma quanto segue:

"Il Trattato di Maastricht consente ad ogni stato membro europeo di emettere debito sovrano fino al 60% del Pil. Dalla crisi del 2008, la maggior parte degli stati membri dell’Eurozona hanno sforato questo limite. Noi proponiamo che la Bce offra agli stati membri la possibilità di una conversione [mutualizzazione, NdT] del debito per la loro parte di ‘Maastricht Compliant Debt’ (Mcd), mentre le quote nazionali del debito convertito [eccedenti il Mcd, NdT] continuerebbero ad essere gestite separatamente da ciascun stato membro."

In pratica ciò significherebbe che in un paese come l'Italia, che ha un debito pubblico del 130% del Pil, il 60% verrebbe messo nelle mani della Bce e il restante 70% sarebbe gestito dallo Stato italiano. Ma quello che può fare in questo senso la Bce è vincolato dalle leggi dell'Unione, in quanto non è consentito il semplice acquisto in blocco di debiti sovrani nazionali. Per ovviare a questo, Varoufakis propone che la Bce agisca come un intermediario "mediando tra investitori e stati membri."

Così la Bce non compra direttamente del debito, ma funge da garante per gli acquirenti di debito, offrendo un "prestito da servizio di conversione". E come funzionerebbe? Egli afferma "con il rifinanziamento della quota di Mcd, ora tenuto in bond della Bce, da parte degli stati membro, ma a tassi di interesse fissati dalla Bce appena sopra i suoi rendimenti obbligazionari. Le quote di debito nazionale convertite in bond della Bce devono essere tenute dalla stessa Bce in conti correnti. Questi non possono essere utilizzati come garanzia per creazione di crediti o derivati. Gli Stati membri si impegnano a rimborsare completamente le obbligazioni alla scadenza, se i titolari scelgono questo piuttosto che di estenderle a tassi più bassi e più sicuri offerti dalla Bce."

L'intera proposta è un modo mascherato per dire che la Bce non comprerà debiti sovrani, ma in realtà lo farebbe. In una nota al testo troviamo questa spiegazione, "Per uno Stato membro il cui debito in rapporto al Pil è il 90% del Pil, il rapporto di debito che si qualifica come Mcd è 2/3. Così, quando una obbligazione con valore nominale diciamo di 1 miliardo di euro matura, due terzi di questo (667 milioni di €) saranno pagate (riscattate) dalla Bce con i fondi raccolti (da parte della stessa Bce) sui mercati monetari attraverso l'emissione di obbligazioni della Bce".

Ciò significa che la Bce dovrebbe emettere obbligazioni per coprire il debito degli stati membri dell'Unione Europea. Da qualunque parte la guardiamo, quello che Varoufakis propone è che la Bce si assuma gran parte dei debiti nazionali all'interno dell'Ue.

Nel 1993 uno degli autori della "Modesta Proposta", consigliò Jacques Delors, l'allora presidente della Commissione europea, di proporre che fosse istituito il Fondo europeo per gli investimenti, ma tale proposta è stata fatt aabortire dalla Direzione dell'Economia e delle Finanze della Commissione europea e, come ammettono apertamente gli autori del documento, dalla resistenza, allora come oggi, della Germania all’emissione di obbligazioni europee.

Qui abbiamo il nocciolo della questione. La Bce non può essere più forte dei paesi che contribuiscono ad essa. Ogni debito che assume deve alla fine essere finanziato con denaro reale. Ciò significa che in caso di difficoltà, sarebbe fondamentalmente lil capitale tedesco a pagare! Ciò resta vero nonostante Varoufakis e soci affermino che "le banche, i flussi di finanziamento e di impiego sono europeizzati, senza la necessità di garanzie nazionali o trasferimenti fiscali." Se il debito è "europeizzato", l'Europa intera deve garantire e pagare per quel debito, cioè i paesi che possono pagare e questo significa la Germania!

Questo spiega perché i capitalisti tedeschi non sono troppo entusiasti delle proposte di Varoufakis. Egli cerca di rassicurarli dicendo che, "se uno stato membro va in default incontrollato prima che maturi un bond della Bce emesso a suo nome, allora il pagamento sarà coperto da un’assicurazione o fornito dall’ESM [Meccanismo di stabilità Europeo]." Quanto costerebbe tale assicurazione, considerando il numero di Stati membri dell'UE che sono a rischio di insolvenza nei prossimi anni, gli autori non lo spiegano!

Nella Modesta Proposta, gli autori fanno riferimento anche al problema delle "economie periferiche", che necessitano di finanziamenti "per costruire nuovi settori, a favorire la convergenza e la coesione e per affrontare i crescenti squilibri di competitività all'interno della zona euro."

La Bce è qui raffigurata come se fosse un organo imparziale al di sopra tutti i membri dell’Eurozona. Si ignora il fatto che se la Bce dovesse mai fallire, sono gli stati più forti all'interno dell’Eurozona che dovrebbero sostenerla, e questo significa fondamentalmente la Germania. Questo spiega il motivo per cui il governo tedesco stia opponendosi duramente a qualsiasi delle proposte escogitate dal governo Tsipras.

Nonostante Varoufakis affermi di essere un marxista, sia pure erratico, e nonostante sostenga che Marx gli abbia dato la visione che ha del capitalismo, in pratica ignora completamente le leggi che governano il sistema capitalista.

La libera concorrenza nel mercato tra produttori privati ​​e la ricerca del massimo profitto è ciò che guida il sistema capitalista. In questo processo alcuni capitalisti, i più efficienti e produttivi, inevitabilmente si affermano sugli altri. il cuore del sistema sono gli investimenti per migliorare la produttività, al fine di competere meglio sul mercato.

L'industria tedesca è più competitiva perché ha un apporto tecnologico più elevato. Questo significa che può superare altre potenze industriali. Così facendo accumula più capitale ed è quindi in grado di distanziare ulteriormente i suoi concorrenti e lo ha fatto a scapito della maggior parte dei paesi europei.

Tutto questo spiega perché abbiamo una Germania e una Grecia all'interno dell'Unione europea. L'industria tedesca, essendo così competitiva, ha distrutto l'industria in Grecia e in molti altri paesi membri dell'Unione Europea. Questo è un risultato inevitabile della libera concorrenza di mercato. Si tratta di una espressione del fatto che le forze produttive a livello mondiale sono diventate troppo grandi per il mercato mondiale. Quindi un gruppo di capitalisti può aumentare il proprio mercato solo tagliando quello dei concorrenti. Se la Germania è più produttiva e competitiva venderà meglio di paesi come la Grecia, l'Italia, il Portogallo e la Spagna.

In caso di squilibri, Varoufakis suggerisce un flusso di risorse dai paesi "di successo" verso quelli di "insuccesso". Si riferisce a una situazione in cui, in una "zona euro equilibrata ... il deficit commerciale di uno Stato membro è finanziato da un flusso netto di capitali a quello stesso stato membro".

Varoufakis tratta il sistema capitalistico, come se dovesse essere una specie di istituto di beneficenza, e non un sistema anarchico basato sul profitto. Le sue teorie economiche, lungi dall'essere una soluzione immediata alla crisi - mentre si guadagna tempo in attesa che una sinistra si inventi un’alternativa - sono completamente utopiche e non corrispondono al modo in cui il vero sistema capitalistico funziona.

La minaccia nazista

Varoufakis vede la prospettiva di una rottura della UE e un crollo dell'euro, ed è una possibilità concreta. Ma l'unico risultato che egli vede da questa crisi è quello della barbarie con l'ascesa del nazismo e di altre forze reazionarie. Come abbiamo detto in precedenza, non vede il potenziale della classe operaia per intervenire come forza in questa situazione.

Alba Dorata è un partito fascista, ma non è possibile conquistare i suoi elettori? Il motivo per cui un partito come Alba Dorata è emersa come forza parlamentare è la profonda crisi economica e sociale che affligge la Grecia. I suoi sostenitori credono erroneamente che i fascisti siano l'alternativa. Ma è emerso un dettaglio importante nel corso delle ultime settimane. Quando Tsipras sembrava opporsi alla Troika un sondaggio ha rivelato che il 91% degli elettori di Alba Dorata approvava la posizione di Syriza. Questo dimostra che si potrebbe togliere gran parte dell'elettorato ad Alba Dorata, ma solo se Syriza si mantiene ferma sulle proprie posizioni. Se si ritira e scende a compromessi, questo elettorato verrà nuovamente spinto tra le braccia dei fascisti di alba Dorata.

Varoufakis ha recentemente affermato che nella lotta all'evasione fiscale, il governo Syriza non colpirà la solita gente, vale a dire le piccole imprese e i lavoratori comuni, ma gli oligarchi. Ma le ultime dichiarazioni a riguardo indicherebbero che ad essere colpita sarà l’evasione dell'Iva, cioè proprio le piccole imprese. Questo li spingerà dritto nelle mani di Alba Dorata.

Varoufakis è senza dubbio un sostenitore della non-violenza, per il cambiamento pacifico e della necessità di lavorare per evitare di affondare nella barbarie. Quello che ciò significa in concreto, è che lui non è disposto ad adottare metodi rivoluzionari, ma vuole il dialogo con la classe dominante, vuole far comprendere ad essa la necessità della collaborazione di classe. Nella storia, quando questo è stato fatto, ha sempre portato alla fine ad una situazione in cui i lavoratori restano delusi e la sinistra ufficiale è screditata, creando così le condizioni per un rafforzamento della destra.

Varoufakis non ha imparato niente dalla storia. Egli ha tirato tutte le conclusioni sbagliate e sta ripetendo la storia come farsa. I leader Syriza devono rompere con questo modo di pensare e promuovere un'alternativa socialista audace.

Siamo pronti?

Varoufakis ignora il fatto che l'alternativa esiste. Ecco quello che deve essere fatto in Grecia: annullare unilateralmente il debito, nazionalizzare le banche e le grandi aziende sotto il controllo e la gestione dei lavoratori e introdurre un’economia pianificata. La ricchezza per finanziare tutte le riforme necessarie esiste ed è nelle mani degli oligarchi capitalisti!

Quello che Varoufakis sta in sostanza dicendo, è che vorrebbe offrire un'alternativa radicale, ma i lavoratori non sono pronti per un tale programma. L'esperienza delle ultime settimane dimostra l'esatto contrario. Quando il governo Tsipras sembrava avere un atteggiamento di sfida nei confronti della troika, i suoi indici di popolarità sono schizzati verso l’alto. L'idea che il programma di Salonicco stava per essere portato avanti ha risollevato le speranze delle masse. Per la prima volta in molti anni, migliaia di persone si sono radunate davanti al Parlamento per sostenere il governo.

Proprio quando esistono tutte le condizioni per un cambiamento radicale Varoufakis dice che non è il momento giusto. È vero il contrario. Una crisi del capitalismo offre l'opportunità di proporre un'alternativa. È proprio quando il capitalismo non riesce più a fornire le condizioni per migliorare il tenore di vita che i lavoratori sono più portati ad ascoltare un partito che propone un'alternativa socialista.

È ora, in un momento di profonda crisi del sistema, che Syriza deve offrire un'alternativa concreta per le masse lavoratrici della Grecia, perché se un partito non lo fa, allora finirà per essere visto da molti come l'ennesimo gruppo di politici che promettono molto e danno molto poco, se non niente del tutto. Se prende piede questo stato d'animo, allora quelli che hanno votato per Syriza guarderanno altrove, tra cui l'estrema destra, che Varoufakis giustamente detesta!

Il modo di Varoufakis di essere un marxista “erratico" significa prendere e scegliere dagli scritti di Marx, rimuovendo degli aspetti essenziali del suo pensiero e applicando nella pratica un approccio completamente non marxista, cioè si nasconde parzialmente dietro Marx, per creare un’immagine “radicale” di sè stesso, mentre in pratica soccombe completamente al capitalismo.

Marx ha spiegato nella sua Prefazione a Per la critica dell'economia politica del 1859: "Ad un certo stadio di sviluppo, le forze produttive materiali della società entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti o - questo esprime semplicemente la stessa cosa in termini giuridici - con i rapporti di proprietà nel quadro in cui hanno operato fino ad ora. Da forme di sviluppo delle forze produttive queste relazioni si trasformano in loro catene. Così inizia un'epoca di rivoluzione sociale. I cambiamenti nella base economica portano, prima o poi, alla trasformazione di tutta la gigantesca sovrastruttura. "

Queste parole descrivono quello che abbiamo oggi. I mezzi di produzione accumulati in Europa, si stanno ribellando alla camicia di forza del capitalismo. Per svilupparsi ulteriormente hanno bisogno di essere liberati da quella camicia di forza e gli strumenti per questo sono la lotta di classe e la rivoluzione sociale. In Grecia siamo già entrati nell'"era della rivoluzione sociale". Ciò che è necessario è che i leader di Syriza prendano atto di questo e agiscano di conseguenza.

24 marzo 2015

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