Francia: Fondata la rete “Costruire il Pcf, ritornare al Marxismo!”

Il 30 gennaio si è svolta a Parigi una riunione molto partecipata per lanciare una rete di membri del Partito Comunista Francese (PCF) che lottano per riportare le idee del Marxismo all’interno del PCF. Si sono discusse lezioni tratte dal passato e elaborate conclusioni sui prossimi passi che il Partito deve intraprendere. Alla riunione è intervenuto anche Alan Woods, direttore del sito www.marxist.com, ed un compagno in rappresentanza dei marxisti nel PRC in Italia.

Centoventi fra attivisti e simpatizzanti hanno preso parte al convegno dando vita alla rete “Costruire il PCF, ritornare al marxismo” sabato 30 gennaio 2010 a Parigi. C’erano compagni da tutta la Francia: Finistère, Haute-Garonne, Deux-Sèvres, Gard, Allier, Aisne, Seine-Maritime, il territorio di Belfort, Meuse e molti dipartimenti dall’ Ile de France. L’atmosfera e i dibattiti sono stati eccellenti.

La crisi del capitalismo e la rilevanza del Marxismo oggi

Il pomeriggio è stato suddiviso in tre sessioni. Alan Woods, direttore del sito www.marxist.com e fondatore della campagna internazionale “ Giù le mani dal Venezuela” ha aperto la riunione con una panoramica su “crisi del capitalismo e rilevanza del marxismo” in un modo piuttosto umoristico: “Benvenuti al funerale! Il marxismo è morto! Il comunismo è morto! Come lo so? Lo so perchè lo leggo tutti i giorni nei giornali; lo sento tutti i giorni alla radio; lo vedo tutti i giorni alla televisione”. Ha poi fatto riferimento a quello che Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda di Hitler, era solito ripetere: “se dici una bugia, non dirla piccola; dilla grossa, la più grezza possibile. E ripetila in continuazione; alla fine ci crederanno”. E’ proprio quello che i mass media e gli intellettuali filocapitalisti fanno. Giorno dopo giorno, continuano a dire che il comunismo e il marxismo sono obsoleti.

Alan ha enfatizzato il fallimento degli economisti borghesi. Per anni, hanno spiegato che la crisi del capitalismo era finita, che erano stati aboliti i cicli economici. Ed eccoci qui a far fronte alla più grossa crisi economica dagli anni Trenta. “Non è solo una crisi del credito” ha spiegato Alan “è una classica crisi di sovrapproduzione. Ci sono troppe merci, troppe forze produttive in confronto alla domanda. Devono ammetterlo persino gli economisti borghesi. A dire il vero, non parlano di sovrapproduzione, perchè suonerebbe troppo marxista. Parlano di <sovraccapacità>, ma è esattamente la stessa cosa”.

Alan ha spiegato che inevitabilmente ci sarà una ripresa dell’ economia, prima o poi. “ Come Lenin era solito spiegare negli anni 20, non esiste il concetto di crisi finale del capitalismo. Il capitalismo sarà sempre in grado di riprendersi dalla peggiore delle crisi- fino a quando non sarà destituito dall’azione collettiva e organizzata dei lavoratori, guidati dal Partito Comunista”. Ha aggiunto comunque che non possiamo prevedere che la ripresa dell’economia porterà dei miglioramenti nelle condizioni di vita delle masse di lavoratori. Tutti i posti di lavoro scomparsi durante la crisi non torneranno. Inoltre i capitalisti presenteranno ai lavoratori il gravoso conto del deficit pubblico. Controriforme e ingenti tagli sono all’ ordine del giorno. Nonostante questo, “ Non pensate che la classe lavoratrice francese rimarrà inerte! Si stanno preparando grandi battaglie. Dobbiamo prepararci per questo e fare in modo che anche il Partito Comunista sia pronto. Dobbiamo ridiscutere le idee di Marx e Lenin”. Alan ha parlato anche di altri argomenti come la rivoluzione Bolivariana, l’inizio della rivoluzione in Iran, ecc.... Il suo intervento è stato accolto dall’ applauso più fragoroso.

Nel dibattito che è seguito, un attivista comunista iraniano, Bijan Rastegar, ha enfatizzato la straordinaria importanza degli avvenimenti che al momento stanno avendo luogo in Iran: “Se cade il regime di Ahmadinejad, ci saranno conseguenze rivoluzionarie in tutta la regione”. Allain Duguer, attivista del PCF ad Alès, nel dipartimento di Gard, è intervenuto per dire quanto era grato alla riunione e ha incoraggiato a organizzare incontri simili in tutto il Paese. Tra le persone intervenute è doveroso ricordarne anche uno dell’estrema sinistra che ha rimproverato ai dimostranti in Iran di aver gridato “Allah è grande” durante le manifestazioni, e poi ha fatto ridere la gente quando ha incoraggiato tutti ad uscire dal PCF! Durante le sue conclusioni Alan gli ha risposto spiegando che ci sono molti mussulmani in Iran, il che probabilmente spiega gli slogan religiosi durante le manifestazioni. Ha poi aggiunto “Dobbiamo parlare alla classe lavoratrice vera, la classe lavoratrice di questo mondo, e non a una classe immaginaria e perfetta, quella del pianeta Marte, che avremmo in ogni modo grandi difficoltà a contattare”. Alan nelle osservazioni finali ha spronato tutti i compagni presenti ad aiutarci nel lavoro di rafforzamento del PCF e a dargli un programma ed una politica Marxista.

Il futuro del PCF: Marxismo o riformismo

La seconda sessione è stata introdotta da Jerome Metellus, membro del PCF e della sua ala marxista, La Riposte. Ha parlato della politica, delle prospettive e del programma del partito. Dopo aver sommariamente descritto le politiche reazionarie di Sarkozy, che sono state amplificate dagli effetti della crisi, Jerome ha sottolineato il fatto che questa situazione ha attribuito al PCF grandi responsabilità: “ Riteniamo che il PCF possa e debba giocare un ruolo di primo piano nella lotta per porre fine al sistema capitalista”. Ha aggiunto “Capisco bene che questa idea non sia molto in auge. Ogni volta che si cita il PCF, sia nei giornali che in televisione, è quasi sempre per annunciarne la morte imminente. Non c’è niente di strano quando questa idea proviene dai nostri oppositori, dai media e dai giornali borghesi. Fanno il loro gioco. Il vero problema è che questa idea si è radicata ai vertici del Partito. Molti dei nostri dirigenti pensano che il comunismo sia obsoleto, che dobbiamo inventare qualcosa di nuovo. Ma cosa? Non lo sappiamo: ci stiamo ancora pensando!”.

Come spiegato da Jerome, il PCF ha attraversato vari periodi di declino nella sua storia. Dopo il congresso di Tours, nel 1920, quando c’erano 100.000 membri, il Partito arrivò ad avere 10.000 membri nel 1930. Questo era il risultato delle politiche settarie del gruppo dirigente del Partito, che a contatto con l’emergente burocrazia di Mosca, andava profetizzando l’imminente caduta del capitalismo e descriveva i Socialisti come social-fascisti. Comunque poco tempo dopo, durante il grande sciopero del 1936, il PCF si riempì nuovamente di lavoratori pronti a scioperare in massa e il partito arrivò a quasi 400.000 membri nel 1937. In modo simile, quando la Francia entrò nella Seconda Guerra Mondiale, il Partito ritornò ad avere poche migliaia di membri, particolarmente a causa dell’ impatto sulla linea ufficiale del Partito dell’ accordo fra Hitler e Stalin. Ma ancora lo stesso Partito liberò Parigi dai nazisti nel 1944 ed arrivò ad avere 500.000 iscritti.

“Così la storia del partito è legata con gli alti e bassi della lotta di classe” ha riassunto Jerome. “Ad ogni modo i legami fra la lotta di classe e l’evoluzione del partito non sono automatici o meccanici. Le politiche dei dirigenti giocano un ruolo decisivo. Per esempio tra il 1995 ed il 2007, la Francia ha assistito ad alcune mobilitazioni di massa: il grande sciopero del dicembre 1995, le manifestazioni contro la guerra in Iraq, le lotte del 2003 per difendere le pensioni, le lotte contro il precariato, molte mobilitazioni massicce di studenti medi e universitari, fra le altre. Ma nello stesso periodo il PCF è andato incontro al declino. Il problema non doveva essere ricercato nelle condizioni oggettive ma nello stesso partito: nelle politiche sbagliate del suo gruppo dirigente.

Jerome ha infine spiegato il bisogno di rilanciare la discussione attorno alle idee fondamentali del Marxismo, all’interno del partito. “Questo deve essere il primo compito della rete che stiamo creando oggi. Ogni volta che La Riposte ha organizzato un incontro riguardo ad un argomento di teoria marxista, i compagni del Partito ne sono stati entusiasti. Dobbiamo organizzarne sempre di più. Dappertutto i Comunisti devono farsi carico di questo tipo di lavoro. Scadenze elettorali e questioni tattiche legate alle elezioni prendono troppo tempo e spazio nelle discussioni interne al nostro partito, a detrimento delle discussioni sulle idee, il programma e sui più importanti sviluppi della lotta di classe su scala mondiale. Quante sezioni del partito hanno affrontato, nei propri incontri, gli avvenimenti accaduti in Venezuela o in Iran? Pochissime! Dobbiamo correggere questo errore. Non dimentichiamo che il Comunismo è nella propria essenza internazionalista”.

Jerome ha terminato incoraggiando i compagni a costruire la rete, farla crescere e portarla all’esterno – ed incoraggiare i compagni migliori a portare avanti questo compito per rivitalizzare le idee del marxismo nel partito.

Durante la discussione seguita all’intervento di Jerome, sono state sollevati numerosi problemi: la necessità di nazionalizzare le banche, l’ impatto del crollo dell’Ex Unione Sovietica sul movimento comunista, il ruolo di sindaci, consiglieri e deputati del Partito, ecc. Due compagni sono intervenuti per criticare il distacco crescente fra la base del partito e gli ufficiali scelti. A questo Jerome ha risposto: “Questa è una preoccupazione generale di tutto il Partito. I funzionari – non tutti per fortuna- giocano un ruolo di enorme rilievo nella vita del partito. E c’è un sentimento diffuso tra i militanti di base che abbiamo un controllo insignificante sui compagni che ricoprono incarichi elettivi a livello statale. Questo deve cambiare”.

Il PRC e la lotta contro Berlusconi

L’ ultima sessione è stata introdotta da Francesco Giliani, segretario del PRC a Modena, e membro di Falcemartello, l’ala marxista del PRC. L’ argomento di questa discussione era la lotta di classe e il movimento comunista in Italia. Francesca ha iniziato spiegando alcuni punti riguardo la crisi molto profonda che sta attraversanso il capitalismo italiano, “uno dei fragili in Europa e il più malato”. Ha spiegato in che modo la classe dominante ed il governo Berlusconi stiano cercando di dividere i lavoratori fomentando sentimenti razzisti contro i lavoratori immigrati, proprio come in Francia con il dibattito sull’identità nazionale e il burqa. Ma senza un’alternativa chiara e dinamica che provenga dai leader di sinistra e dai sindacati, questa campagna razzista sta guadagnando terreno in alcuni settori della classe lavoratrice italiana e fra i poveri.

Francesco ha spiegato come lo scorso gennaio il governo abbia mandato la polizia e l’esercito a ristabilire l’ordine pubblico a Rosarno, nel sud del Paese, quando migliaia di immigrati impiegati nell’agricoltura si sono ribellati contro i soprusi razzisti e le insopportabili condizioni di lavoro di cui erano vittime. I nostri compagni di FalceMartello hanno girato un ruolo decisivo nella svolta a sinistra del PRC durante l’ultimo congresso del Partito, nel luglio 2008. Paolo Ferrero, nuovo segretario generale del Partito, ha conquistato la maggioranza quando si è dichiarato contrario alla liquidazione del PRC- e affermato che il PRC respingeva un’ipotesi di accordo strategico con il PD. Un anno e mezzo dopo, Paolo Ferrero ha abbandonato le posizioni adottate al congresso del 2008. Da un lato sta accelerando il processo di liquidazione del PRC cercando di creare una federazione con una miriade di piccole organizzazioni, tutte alla destra del PRC. Dall’ altro lato, il gruppo dirigente del partito ha stretto un accordo politico con il Partito Democratico, in vista delle imminenti elezioni regionali. “La base del Partito non ha accolto bene questa decisione. I compagni che erano rientrati nel Partito nel 2008 stanno nuovamente uscendo. Ma ancora non è stata detta l’ultima parola su queste vicende.

L’opposizione a questa svolta a destra si rafforzerà nelle fila del partito, e i compagni di FalceMartello vi faranno la propria parte”.

Alla fine alcune conclusioni “di chiusura” sono state fatte da Greg Oxley, membri del PCF a Parigi e direttore de La Riposte. Ha detto che dopo il grande successo di questo incontro, dobbiamo tutti sforzarci di diffondere l’influenza di queste idee nel Partito e tra i suoi simpatizzanti. Ha citato lo slogan di Lenin: “Spiegare pazientemente!”. Tutti hanno infine cantato l’ Internazionale e Bandiera Rossa.

La sala era piena di entusiasmo. Adesso dobbiamo costruire la rete “costruire il PCF, ritornare al marxismo” in ogni regione francese. I compagni devono farsi carico di questo compito e organizzare incontri simili in tutti i circoli del partito. Non c’è tempo da perdere. Verso la vittoria delle idee e del programma del Marxismo!

8 febbraio 2010

Source: FalceMartello