Palestina – L’assassinio di Nizar Banat fa esplodere la rabbia in tutta la Cisgiordania

Continua l’ascesa del movimento dei giovani e dei lavoratori palestinesi contro l’occupazione israeliana, culminato nello sciopero generale unificato palestinese del 18 maggio. Ora si sta esprimendo in uno stato d’animo crescente di critica e rabbia in Cisgiordania contro la corruzione dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), che governa parti della Cisgiordania occupata da Israele. Le forze di sicurezza dell’ANP hanno brutalmente represso qualsiasi manifestazione di opposizione interna al Mahmoud Abbas (Abu Mazen), il presidente screditato, e a Fatah, partito al potere. Gli arresti e i pestaggi di attivisti e la collaborazione attiva dell’ANP con lo stato israeliano nella repressione delle proteste in corso hanno minato qualsiasi autorità e legittimità residua che l’attuale regime aveva agli occhi delle masse palestinesi.


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Negli ultimi giorni, un’esplosione di rabbia si è diffusa in Cisgiordania in seguito all’omicidio brutale di Nizar Banat, un’attivista che criticava esplicitamente Abbas e l’ANP, per mano della stessa Autorità Palestinese. Nizar Banat era noto per le sue critiche alla corruzione dell’Autorità Palestinese e alla sua collaborazione con Israele.

Nizar Banat era una figura di spicco molto conosciuta in Palestina e di recente aveva pubblicato alcuni video su Facebook in cui criticava ferocemente il presidente dell’ANP Mahmoud Abbas e altri alti funzionari dell’ANP e di Fatah. Nel suo ultimo video denunciava l’accordo scandaloso (ora annullato) raggiunto tra l’ANP e Israele per la fornitura di un milione di dosi di vaccino contro il COVID-19 che le autorità israeliane non potevano utilizzare perché troppo vicine alla scadenza. Nizar aveva infatti tentato di candidarsi alle elezioni del parlamento palestinese, che avrebbero dovuto tenersi il mese scorso, ma che sono state rinviate a tempo indeterminato da Abbas.

Un assassinio politico

Nelle prime ore di giovedì mattina 24 giugno, alle 3.30, la casa dello zio di Nizar Banat a Dura, dove Nizar aveva trovato rifugio dopo le minacce ricevute, è stata presa d’assalto da venti agenti di polizia dell’ANP. Secondo il cugino di Nizar, la polizia dell’ANP “lo ha colpito alla testa con sbarre di ferro, che avevano usato per aprire le finestre”. Dopo averlo picchiato ininterrottamente davanti alla sua famiglia per otto minuti, è stato trascinato in un veicolo della polizia e preso in custodia dall’Autorità Nazionale Palestinese. La sua morte è stata annunciata poche ore dopo, alle 8 del mattino.

Questo atto brutale di ingiustizia non può essere considerato altro che un deliberato assassinio, dalle motivazioni politiche. L’unica cosa di cui Nizar era colpevole era di opporsi alle ingiustizie che lui e gli altri palestinesi affrontano quotidianamente per mano dello stato israeliano e dei suoi scagnozzi dell’ANP. Nizar ha esposto il marciume all’interno dell’ANP, e per questo era diventato una spina nel fianco per il potere. L’ANP consegna regolarmente attivisti palestinesi allo stato israeliano che li mette in prigione e li tortura, ma non capita spesso che l’ANP stessa riveli così apertamente i suoi veri colori uccidendo chi la critica alla luce del sole.

Il giorno seguente, migliaia di persone hanno partecipato al funerale di Nizar a Hebron per esprimere la loro rabbia. Questa rabbia era diretta direttamente contro l’Autorità Nazionale Palestinese, Fatah e Mahmoud Abbas. A Ramallah, la capitale de facto della Cisgiordania, migliaia di manifestanti si sono recati di fronte al complesso presidenziale di Abbas e al quartier generale dell’Autorità Palestinese. I manifestanti non solo hanno denunciato l’uccisione di Nizar Banat, ma hanno gridato: “Abbas, non sei uno di noi, prendi i tuoi cani e vattene”. L’ANP ha risposto alle proteste con gas lacrimogeni e con la repressione da parte delle forze di sicurezza palestinesi.

Anche a Gerusalemme, manifestanti si sono radunati presso la moschea di Al-Aqsa per esprimere la loro solidarietà a Nizar. In tutta la Palestina sono scoppiate proteste di massa e si sono potuti sentire slogan di protesta contro l’Autorità Palestinese, che chiedevano le dimissioni di Abbas e dove si esprimeva chiaramente che “il popolo vuole il rovesciamento del regime”. Questo stesso stato d’animo rivoluzionario si esprime online, ad esempio su twitter è pieno di commenti come “è ora di rovesciarli”.

L’ANP – complice dell’occupazione israeliana

Istituita dopo gli accordi di Oslo e Madrid come parte di una “soluzione dei due stati” del conflitto israelo-palestinese, l’ANP non si è mai sviluppata oltre un semi-stato completamente dipendente dall’occupazione israeliana. Israele detiene il controllo su tutto, dall’energia all’approvvigionamento idrico, alla rete di telefonia mobile, persino le entrate fiscali. Consente l’esistenza dell’Autorità Palestinese in cambio della sua collaborazione nel controllo della popolazione palestinese in Cisgiordania. L’ANP ha perso da molto tempo la legittimità o il sostegno di cui godeva in precedenza agli occhi dei palestinesi. Il sostegno a Mahmoud Abbas e al suo partito Fatah è crollato. Ciò è stato chiaramente riflesso nei recenti sondaggi di opinione. Con Fatah vicino alla sconfitta, Abbas ha rinviato a tempo indeterminato le elezioni parlamentari previste per il mese scorso, che sarebbero state le prime elezioni convocate in 15 anni!

Lungi dall’essere un’istituzione che rappresenta gli interessi del popolo palestinese, l’ANP che governa nella Cisgiordania occupata da Israele, si è dimostrata un’appendice dell’oppressione israeliana. L’ANP agisce come intermediario, o guardia carceraria, controllando e reprimendo il popolo palestinese per conto dello stato israeliano. Come spesso vediamo nelle relazioni tra le nazioni imperialiste e le nazioni oppresse, Israele governa attraverso un’élite locale, con l’ANP che si limita ad amministrare il governo per Israele.

I leader dell’ANP e di Fatah si sono arricchiti personalmente nel corso dei decenni tradendo le aspirazioni di liberazione della popolazione palestinese. L’AP ha sostenuto lealmente lo stato israeliano, anche quando ha espulso con la forza i residenti palestinesi per far posto agli insediamenti dei coloni. L’ANP è un’entità artificiale, che non avrebbe alcuna base reale per la sua esistenza se non fosse per l’imperialismo israeliano, i veri governanti della Cisgiordania occupata.

L’ANP è un ostacolo al movimento di liberazione palestinese. Il mese scorso le autorità dell’ANP sono rimaste passive e osservando in disparte la sollevazione dei giovani palestinesi in tutta la Palestina storica in una lotta di massa combattiva contro l’occupazione e l’oppressione. Questo movimento ha portato alla ribalta nuovi metodi di lotta: quelli della lotta di classe e dello sciopero generale. Questi metodi hanno ottenuto in pochi giorni più di quanto i tradizionali leader palestinesi – Fatah e Hamas – abbiano ottenuto in decenni. Questi metodi di lotta di classe hanno dimostrato la loro forza e la loro utilità nella pratica, provocando paura e timore nella classe dominante israeliana. Senza dubbio si dimostrerebbero altrettanto efficaci se usati contro il regime di Mahmoud Abbas.

Decenni di impasse, tradimento e oppressione per mano di Fatah hanno mostrato la necessità impellente di una nuova direzione della lotta palestinese, con un nuovo programma e linea d’azione. Il mese scorso, la lotta di massa è stata guidata e organizzata da comitati, reti e organizzazioni, che erano al di fuori della leadership ufficiale palestinese. Attraverso la propria esperienza, una nuova generazione di giovani palestinesi ha concluso che i vecchi leader non possono fornire alcuna soluzione ai problemi scottanti che i palestinesi devono affrontare su entrambi i lati dei confini. La lotta oggi in Cisgiordania contro il regime di Abbas e la violenza della polizia fa parte della lotta generale del popolo palestinese contro l’oppressione e l’occupazione israeliana. Il movimento unito dei palestinesi in tutta la Palestina storica e a livello internazionale si deve mobilitare non solo contro le azioni di un regime marcio e oppressivo, ma contro la sua causa principale: il capitalismo e l’imperialismo.

Abbas se ne deve andare!
Per la fine immediata della repressione del dissenso palestinese!
Basta con l’occupazione israeliana e i suoi burattini dell’ANP!
Per una Federazione Socialista del Medio Oriente!