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Abbiamo appena ricevuto una bellissima notizia: Amar Fayaz è stato rilasciato oggi. I servizi di sicurezza dello stato lo hanno riportato al suo villaggio.

Il fatto che Joe Biden abbia battuto Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca non dovrebbe sorprendere. Dopotutto, il suo avversario era un’incompetente star dei reality TV che governava durante un’economia devastata e una pandemia incontrollata. Solo pochi mesi prima, il comandante in capo era stato costretto a nascondersi in un bunker di fronte al più imponente movimento di protesta nella storia del Paese. Ciò che sorprende è che il risultato sia stato tutt’altro che scontato.

Il XXI Congresso di Sinistra classe rivoluzione, sezione italiana della Tendenza marxista internazionale, si è svolto dal 5 al 7 dicembre. Le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria ci hanno costretto a tenerlo in modalità online. Lungi dall’impedire un ampio numero di partecipanti, ciò ha favorito la presenza eccezionale di 94 delegati e attorno ai 200 invitati, da oltre 40 città.

Le elezioni dell’Assemblea nazionale del 6 dicembre in Venezuela, che sono state caratterizzate da una bassa affluenza alle urne, si sono svolte nel bel mezzo dell’aggressione imperialista e di una profonda crisi economica. Gli Stati Uniti e l’Ue avevano già annunciato in anticipo che non avrebbero riconosciuto i risultati, ma la carta Guaidó non ha più nessun valore e la vittoria del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) annuncia un approfondimento della sua svolta politica verso destra.

Il 29 novembre il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha annunciato tramite un tweet la conquista da parte dell’esercito della città di Macallè, capitale della regione del Tigrè, nel nord dell’Etiopia. Sembrerebbe l’epilogo di una guerra che ha causato un numero imprecisato di morti e feriti e 40mila profughi che sono scappati in Sudan. Ora l’obiettivo di Abiy è di “pacificare” l’area e prendere il controllo della regione. Tuttavia un’escalation del conflitto in una guerriglia prolungata o la sua estensione ad altre regioni dell’Etiopia non è da escludere. Di seguito riportiamo un articolo scritto dai nostri compagni sudafricani che fa chiarezza su quanto è avvenuto e sui retroscena del

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Un enorme movimento di protesta sta scuotendo la società thailandese dalle fondamenta, costringendo il regime a fare dei passi indietro. I giovani, in prima linea in questo movimento, devono rivolgersi alla classe operaia e lottare per porre fine al regime della giunta militare, la monarchia e il marcio sistema capitalista che entrambe rappresentano.

I capitalisti non vedono l’ora che la crisi del COVID-19 finisca e molti prevedono una ripresa economica rapida. Ma la nuova normalità sarà quella della crisi, del caos e della lotta di classe.

Jeremy Corbyn è ritornato nel Partito Laburista, dopo essersi scusato per le affermazioni che ne avevano causato la sospensione. Ma nessun tentativo di riappacificazione soddisferà la destra. La decisione di Starmer di non riammettere Corbyn nel gruppo parlamentare laburista dimostra che questa guerra è tutt’altro che conclusa.

La settimana trascorsa sarà ricordata a lungo nella storia del Perù. Si sono avvicendati ben tre presidenti l’ultimo è caduto sulla base della mobilitazione di massa. Pubblichiamo due articoli apparsi sul sito della Tendenza marxista internazionale che riassumono efficacemente gli avvenimenti e sviluppano la posizione dei marxisti.

Migliaia di persone sono scese in piazza in Polonia contro la decisione della Corte costituzionale di vietare l’aborto anche in caso di malformazione e malattia irreversibile del feto. Pubblichiamo il volantino che i nostri compagni in Polonia stanno distribuendo in questi giorni. (qui l’originale in polacco). Il regime borghese marcio, anti-operaio e contro le donne deve essere abbattuto!

Una donna appartenente ad una casta inferiore, quella dei Dalit, è morta in un ospedale di Delhi martedì 29 settembre dopo essere stata violentata e torturata da quattro uomini nel distretto di Hathras dell’Uttar Pradesh. L’indignazione pubblica sta travolgendo il Paese. Questa azione raccapricciante e disumana ha evidenziato ancora una volta la barbarie che le donne povere delle caste inferiori affrontano quotidianamente in India, una barbarie radicata nel marcio sistema capitalista.

Mercoledì 7 ottobre, giorno della sentenza del tribunale per decidere il destino dell’organizzazione fascista Alba dorata (AD) e dei suoi dirigenti, una presidio di massa di 50.000 manifestanti si è riunita davanti alla Corte d’Appello di Atene. Se non fosse stato per la pandemia, la manifestazione sarebbe stata senza dubbio più ampia. I manifestanti hanno chiesto la punizione esemplare di Alba Dorata come organizzazione criminale e la condanna dei suoi leader.