Gran Bretagna in rivolta: un avvertimento per la borghesia

Italian translation of The riots in Britain: a warning to the bourgeoisie by Alan Woods (August 9, 2011).

Le rivolte in Gran Bretagna sono solo un sintomo della crisi generale del sistema capitalista. I marxisti non si uniranno al loro coro ipocrita della borghesia e dei suoi lacchè. Il nostro compito è indicare una strada alle giovani generazioni, per aiutarle a trovare la strada giusta - quella rivoluzionaria, la strada della ricostruzione socialista della società.

L’ex-leader del Partito Conservatore Margaret (ora Lady) Thatcher una volta disse: ” Non esiste la società”. Tre decenni più tardi la società ha offerto alla classe dominante un violento promemoria della propria esistenza.

Nello spazio di 48 ore la Gran Bretagna è stata scossa da un’ondata di rivolte. Nella terza notte di saccheggi e disordini i fuochi sono divampati in tutta Londra. Centinaia di persone sono state arrestate per essersi scontrate con la polizia, i cui veicoli sono stati dati alle fiamme mentre i negozi venivano saccheggiati. Questa mattina in molte parti della città lo scenario era molto simile a quello di una zona di guerra.

Tutto è iniziato giovedì 4 agosto quando un giovane nero, Mark Duggan, è stato ucciso con un colpo di pistola dalla Polizia a Tottenham, un quartiere a nord di Londra. Le circostanze di questo evento non sono ancora del tutto chiare. Quanto avvenuto era parte di quello che viene definito un evento “pre-pianificato”, parte dell’Operazione Tridente, che indaga sui crimini da arma da fuoco nelle comunità africane e caraibiche di Londra. Queste attività hanno creato un risentimento nelle comunità che sono state ingiustamente prese di mira dalla polizia.

Sembra che la polizia abbia fermato una vettura su cui stava viaggiando Duggan. Il primo rapporto della polizia affermava che il soggetto era stato colpito durante una sparatoria, che aveva una pistola in mano, e che l’avrebbe usata contro la polizia. Ma la polizia mentiva. Ora è cosa accertata che non c’è stata alcuna sparatoria. Sono stati sparati solo due proiettili, entrambi partiti da un’arma della polizia. Il goffo tentativo di insabbiare la cosa è servito solo a gettare benzina sul fuoco.

Con una manifestazione a Tottenham, sabato, la gente del quartiere, guidata dalla famiglia di Duggan, si è diretta alla stazione di polizia per chiedere spiegazioni sull’accaduto. Non ha ricevuto alcuna risposta nonostante siano rimasti in attesa per ore e ore. All’improvviso è esplosa la rivolta. Sembra che la causa scatenante più immediata sia stato il modo brutale con cui la polizia ha trattato una ragazza di sedici anni. I disordini si sono presto allargati ai quartieri vicini, Wood Green e Tottenham Hale. Quando hanno chiesto a un giovane, col volto coperto, il motivo per cui si stava ribellando ha risposto: “La polizia ha troppo potere e ne sta abusando. E questo è sbagliato, amico.”

Comunque, la responsabilità immediata della sparatoria e il tentativo da parte della polizia di insabbiarla è stata velocemente messa in ombra dall’ondata generale di rabbia e frustrazione che ha riempito le strade delle aree più povere con un’alta concentrazione di giovani disoccupati, di cui la maggior parte sono neri. Ma la rivolta di lunedì e domenica è stata di carattere diverso da quella di sabato. A Tottenham la rivolta è partita su iniziativa di giovani arrabbiati per le persecuzioni della polizia. Ma si trattava solo della punta dell’iceberg, perchè adesso si è trasformata in qualcosa di qualitativamente differente.

La BBC riportava:

“C’erano persone nelle proprie macchine, giovani sulle biciclette, che muovendosi rapidamente, lasciavano dietro di se una scia di distruzione. Ogni volta che ti muovevi verso un quartiere loro si erano già spostati a quello dopo."
“La polizia sta facendo del suo meglio per catturarli. Ci sono veicoli della polizia che vanno avanti e indietro, luci blu che lampeggiano, la polizia antisommossa che esce dalle camionette. Ma dieci minuti dopo ci risalgono per andare nel prossimo quartiere, cercando sostanzialmente di domare il fuoco che, metaforicamente, si sta espandendo su tutta Londra.”

La rivolta si espande

I primi scontri sono scoppiati a Enfield, nel nord di Londra, dove sabato sera alcune vetrine sono state infrante e una macchina della polizia è stata danneggiata. Ma già lunedì la rivolta si è propagata come un fuoco in molte altre aree della metropoli: Hackney nell’est, Ealing nell’ovest, Walthamstow e Waltam Forest nel nord e a Clapham, Croydon, Lewisham e Brixton nel sud della città.

Un gran numero di giovani si è riversato in strada, saccheggiando e mettendo soottosopra i negozi persino nella zona principale dello shopping turistico, quella di Oxford Circus, nel centro di Londra. Ci sono state segnalazioni di bande formate da più di 200 giovani che saccheggiavano i negozi e caricavano la polizia a Coldharbour Lane e ad High Street a Brixton, scene che ricordano le più grandi rivolte degli anni ottanta.

Il giornalista di Londra della BBC, Paraic O’Brien ha detto di aver assistito di persona a un saccheggio di massa a Brixton:

"Hanno distrutto un William Hill (un’agenzia di scommesse), poi hanno dato fuoco ai bidoni... E adesso quello che stiamo vedendo mano mano che avanza la notte è una continua replica, con High Street che sembra percorsa da una processione di fuochi”

Il fotografo della Press Association Lewis Whyld ha visto dei saccheggiatori combattere con la polizia in un negozio Currys a Brixton. Ha detto:

”Circa duecento giovani stavano distruggendo e saccheggiando quando è arrivata la polizia anti-sommossa che ha cercato di portarli fuori, dando inizio a una grossa battaglia di strada... I giovani tiravano pietre e bottiglie e c’era un bidone in fiamme. Hanno usato un estintore per far arretrare la polizia, così da poter rientrare nel negozio e riprendere il saccheggio.”

Scene del genere sono state viste in molte altre aree. A Croydon, nel sud di Londra, una fabbrica di mobili è stata data alle fiamme e ridotta in cenere in un paio di ore.

I trasporti sono stati interrotti, alcune stazioni della metro sono state chiuse e i percorsi degli autobus deviati per evitare gli scontri. La polizia ha chiuso alcune strade e si parla anche di alcune “aree ad accesso vietato”.
Ovunque la polizia da l’impressione di essere completamente impotente. Durante le tre notti di rivolta è stata spesso ridotta al ruolo di inerme spettatrice, sopraffatta numericamente dai rivoltosi e incapace di qualsiasi iniziativa. Ogni tentativodi passare all’offensiva - persino di arrestare i saccheggiatori - rischiava di produrre gravissime conseguenze.

Il Comandante della Polizia Metropolitana Christine Jones ha detto: ”I nostri agenti sono sconvolti dall’oltraggioso livello di violenza di cui sono oggetto”. Infatti, fin ora, quasi 35 agenti sono rimasti feriti. Tre di loro sono stati feriti quando un’auto li ha investiti mentre cercavano di operare un arresto a Waltham Forest, non lontano da dove vivo io nell’est di Londra. Un veicolo della polizia è stato attaccato a Islington, nel nord. Le scene che escono dai televisori ricordano molto di più la guerra civile a Beirut di una trentina di anni fa che la tipica Londra di metà Agosto.

Di criminali e criminalità

La classe politica Britannica è stata improvvisamente risvegliata dal suo torpore estivo. Per mezzo di un parapiglia indecente, i leader dei maggiori partiti hanno accorciato le proprie ferie per affrettarsi a tornare a Londra per dare una parvenza di controllo della situazione. Ma il controllo delle strade è già perso, almeno per adesso.

L’establishment politico ha reagito in modo del tutto prevedibile. Kit Malthouse, vice-sindaco di Londra e responsabile della polizia metropolitana, si è irritato per il danno subito dall’immagine di Londra proprio alla vigilia dei Giochi Olimpici. Ha descritto le scene viste nelle ultime due notti come “scioccanti e disgustose” aggiungendo che la polizia ha fatto un buon lavoro.

Poi ha detto: "Ovviamente ci sono in questa città persone, per quanto sia triste dirlo, che cercano la violenza, che cercano l’opportunità di rubare e di appiccare il fuoco agli edifici per creare un senso di pericolo, possono essere anarchici o appartenenti a bande organizzate o solo giovani selvaggi, che vogliono un nuovo paio di scarpe.”

Il Ministro dell’Interno Teresa May è stata veloce a derubricare i disordini come “mera criminalità”, e a marchiare tutti i responsabili come criminali che dovrebbero essere puniti con la massima durezza prevista dalla legge. Ha detto: "Questa notte, gli agenti di polizia hanno rischiato ancora una volta per proteggere i londinesi e le loro proprietà.“Per i londinesi è chiaro che non esistono scuse per la violenza, e faccio appello a tutti i membri delle comunità locali a cooperare con la polizia per aiutarla consegnare alla giustizia questi criminali.”

Ovviamente, l’elemento criminale è sempre presente in una società capitalista. Marx lo ricorda nel Manifesto quando parla di una “classe pericolosa [il sottoproletariato], la feccia sociale, quella massa putrescente e passiva che è stata rigettata dagli strati più bassi della vecchia società.”

All’interno di questo strato della società ci sono sempre dei de-classati e degli elementi criminali che sono sempre pronti a saccheggiare e bruciare. Ci sono anche criminali professionisti. Ma la stragrande maggioranza delle migliaia di giovani che si sono scatenati la notte scorsa non sono di questo tipo. Erano sicuramente presenti dei criminali, senza dubbio. Ma erano una piccola minoranza. La grande maggioranza era mossa da altre motivazioni.

Queste rivolte hanno o no a che fare con i problemi economici e sociali che stanno crescendo in Gran Bretagna? Sono o non sono connesse con l’alto tasso di disoccupazione fra i giovani, specialmente tra i neri? Potrebbero forse avere a che fare con i tagli brutali imposti dal governo dei Liberal Democratici, che stanno causando una netta riduzione degli standard di vita e che cadono in modo sproporzionato sulle spalle degli strati più poveri della società? E che dire delle operazioni razziste di fermo e individuazione fatte dalla polizia e principalmente rivolte contro la gioventù nera ed asiatica?

No! I leader politici sono unanimi. Questa è “mera criminalità” e i colpevoli dovranno essere puniti con tutta la durezza prevista dalla legge. Questa è una mentalità da poliziotto espressa in tutta la sua crudezza e nella maniera più ignorante. L’idea che migliaia di giovani possano scendere in strada e attaccare la polizia solo perchè vogliono un nuovo paio di scarpe è una delle idee più stupide che una mente umana possa partorire. E poi se oggi sono tutti dei criminali, allora devono esserlo stati anche prima. Perchè però questa rivolta è scoppiata solo adesso e non due, cinque o dieci anni fa?

Lasciateci porre la questione nel modo più semplice, così che anche il Ministro dell’Interno conservatore possa capirla. Se un giovane ha un lavoro con una paga ragionevole, non ha alcuna ragione per sfondare una vetrina per avere un nuovo paio di scarpe. Che è il motivo per cui non si trovano molti banchieri tra le persone accusate di taccheggio. Non hanno nessun motivo per irrompere in un negozio e rubare i soldi dal momento che hanno le mani in una pasta decisamente più gustosa - il Ministro delle Finanze, che ha gonfiato con miliardi di sterline di soldi pubblici le loro casse, mentre andava a dire alle comunità povere che non c’erano più soldi per la scuola e l’edilizia pubblica.

La società capitalista è una società malata, da cui genera un malessere morale che forma il terreno avvelenato su cui fiorisce ogni genere di crimine. Ci sono i grandi criminali che prosperano e ingrassano arricchendosi sempre più e che finiscono alla Camera dei Lord, e ci sono i piccoli criminali che vivono nei quartieri poveri, che cercano di migliorare il loro piccolo attraverso azioni individuali e che finiscono come ospiti di Sua Maestà in sistemazioni decisamente meno confortevoli.

Solone il Grande ateniese una volta disse: “La legge è come una ragnatela: gli insetti piccoli vi restano impigliati, mentre quelli più grandi la evitano, bucandola.”

Tutti i media inveiscono contro i rivoltosi presumibilmente spinti da un irresistibile voglia di un nuovo paio di scarpe. Ma aspettate un attimo. Non c’è qualcosa che non quadra in questa logica? Se un ragazzino nero distrugge una vetrina a Brixton, viene mandato in galera. Ma se i banchieri distruggono l’economia della nazione, sono ricompensati con miliardi di sterline.

La classe politica inveisce contro l’avidità e la criminalità nelle strade di Hackney e Brixton. Ma che diritto hanno i nostri politici di dare lezioni di rettitudine morale ai giovani inglesi o a chicchessia? Sono gli stessi signori e signore che non molto tempo fa sono stati sotto i riflettori per le loro bugie, gli imbrogli e i raggiri. Hanno rubato grandi somme di denaro pubblico per rinnovare appartamenti di lusso, rimborsi per locali inesistenti e addirittura la riparazione di fossati intorno a dei castelli. Come definire tutto questo, se non avidità e criminalità?

E i pennivendoli della stampa che stanno ululando e abbaiando per il sangue della gioventù “criminale” inglese? Non sono gli stessi che sono sotto indagine per aver violato il cellulare di una adolescente vittima di omicidio, per aver corrotto agenti di polizia, e per aver ricattato i membri del governo (l’autore si riferisce allo scandalo che ha coinvolto il quotidano News of the world e tutto l’impero di Murdoch, ndt).

A confronto con l’avidità e la criminalità della banda della carta stampata, un rivoltoso qualunque di Hackney e Lambeth sembra un agnellino innocente.

Tolleriamo le rivolte?

In quanto marxisti, tolleriamo le rivolte, i saccheggi e il vandalismo? Certo che no. Così come non "tolleriamo" il cancro. Ma come tutti sanno, non è sufficiente condannare il cancro. È invece necessario scoprirne la causa e trovare una cura.

Rifiutiamo completamente i metodi della rivolta e del saccheggio. Ma il nostro rifiuto non ha nulla a che fare con l’ipocrisia puzzolente della borghesia. Noi li rifiutiamo perchè sono azioni senza scopo e distruttivi che non risolvono alcun problema per i giovani e anzi li peggiorano. Come possono la distruzione e il saccheggio dei negozi aiutare i giovani a trovare più lavoro?

Le rifiutiamo anche perchè la maggior parte delle vittime di queste rivolte sono povera gente, proprio come i rivoltosi stessi. I negozi e le imprese che vengono saccheggiate e date alle fiamme sono per lo più piccole ditte mandate avanti da gente del posto. I ricchi non vivono a Brixton o Hackney. I veri criminali non sono minacciati dall’interruzione della legge e dell’ordine, che osservano da distanza di sicurezza, ben protetti da quella polizia che l’altra notte si è fatta notare per la propria assenza nelle aree più povere di Londra. Sono state le famiglie povere a perdere le proprie case e i propri averi a causa della follia dei piromani. E questo è sicuramente un crimine.

Sostanzialmente tuttavia, noi rifiutiamo questi metodi perchè forniscono alla classe dominante un argomento potentissimo per la loro macchina della propaganda. Questo li aiuta ad infangare quelli che stanno lottando per un mondo nuovo e migliore. Forniscono la possibilità a questi mass media velenosi di criminalizzare la gioventù inglese, facendoli passare tutti come responsabili della folle stupidità di una minoranza e di quelli che sono a tutti gli effetti dei criminali che approfittano sempre delle situazioni di turbolenza sociale per saccheggiare e appiccare fuochi.

I reazionari stanno già approfittando della situazione per fare pressioni perchè si prendano misure più repressive. Il Primo Ministro David Cameron ha tenuto una conferenza stampa questa mattina in cui ha ripetuto che per lui questa è “criminalità pura e semplice”. Ha promesso ancora che i responsabili saranno puniti “con tutta la durezza della legge” e che i processi “saranno accelerati” per mandarne il più possibile in prigione. Sky News sta portando avanti una campagna infame per chiedere che la polizia possa usare i gas lacrimogeni e pallottole di gomma, e che l’esercito sia mandato a presidiare le strade.

Se il movimento operaio si fosse preso le sue responsabilità, già da molto tempo avrebbe fatto i passi necessari per organizzare i disoccupati e la gioventù, facendoli avvicinare alla classe operaia organizzata. Il gruppo parlamentare del Partito Laburista è pieno di carrieristi della classe media: avvocati, dottori, economisti e via dicendo, che non hanno alcuna idea di cosa voglia dire vivere con il sussidio di disoccupazione in certe zone degradate.

La notte scorsa è stata data notizia che Ed Milliband (il segretario dei Laburisti) si è affrettato a rientrare dalla sua casa di vacanza a Devon (un posto incantevole). Non ho sentito le sue dichiarazioni sulle rivolte, ma so lo stesso cosa ha detto. Sempre la notte scorsa un parlamentare laburista di Birmingham (dove erano in corso rivolte) ha detto che si trattava solo di azioni di criminali comuni e che tutta la durezza della legge sarà applicata ecc. ecc. Che è come dire, la stessa identica canzone che cantano i Conservatori, con lo stesso identico testo.

Privata di una voce, la gioventù disorganizzata è stata lasciata sola ad affrontare gli effetti della crisi capitalista, traendone le proprie conclusioni e agendo per conto proprio. Da un lato, si trovano di fronte la raffica della propaganda sulle televisioni che gli mostra i piaceri della vita che altri si godono, ma da cui loro sono sistematicamente esclusi. Sono incitati da pubblicità patinate ad unirsi al felice partito del consumismo, per poi trovarsi però la porta sbattuta in faccia.

“Perchè i ricchi dovrebbero avere tutto mentre a noi non spetta niente?” E’ una domanda ragionevole. Ma in assenza di un partito rivoluzionario che gli mostri come emanciparsi attraverso una lotta collettiva, per cui l’intera società viene spinta fuori dalla palude della povertà e portati a un livello più alto, continueranno inevitabilmente  a cercare una salvezza su basi individuali: cioè cercando di prendersi quello che gli manca, come abbiamo visto la scorsa notte.

Per quanto possa essere una cosa deprecabile, è conseguenza inevitabile del capitalismo e della morale da libero mercato. Il capitalismo insegna alle persone ad essere avide ed egoiste perchè l’avidità e l’egoismo sono le sue principali forze motrici. Il capitalismo è governato dalla legge della giungla, in cui il più forte deve vincere e il più debole deve essere calpestato. E questo il modo in cui oggi opera il mercato. Perchè stupirsi se poi le persone comuni si comportano nello stesso modo?

Le rivolte di fatto sono un espressione di rabbia impotente. Per alcune notti i rivoltosi si riempiono di un falso senso di potere. E se ne intossicano, non solo per gli effetti degli alcolici rubati, ma per quel forte flusso di adrenalina che accompagna sempre le azioni di massa. I ragazzi pensano che sia divertente: “E’ meglio che vedere una partita di calcio” diranno. Di sicuro è molto più economica.

Ma come per i postumi di una serata alcolica, i fumi dell’esaltazione presto svaniscono. Nella fredda luce del mattino, le azioni di ieri notte assumo un aspetto del tutto diverso. L’apparato di repressione dello stato, che è stato momentaneamente messo in difficoltà, riacquisterà il proprio equilibrio. Verranno disposti dei piani per riconquistare la città, area dopo area, strada dopo strada, casa dopo casa. Verranno fatti degli arresti. Inizieranno i processi, e molti di quei giovani che solo ieri sera sembravano essere i padroni delle strade pagheranno un prezzo altissimo.

Nuove esplosioni sono inevitabili

La crisi del capitalismo ha già prodotto grandi manifestazioni di massa, lotte e scioperi generali in un paese dietro l’altro. È stata la vera causa della rivoluzione araba, che ha portato alla caduta di due dittatori e ancora oggi infuria in tutta la regione. In Grecia e Spagna ha portato centinaia di migliaia di persone nelle strade. Persino Israele è stato scosso da delle manifestazioni di massa.

Le rivolte in Gran Bretagna devono essere inserite in questo quadro generale. Hanno preso l’establishment di sorpresa. Ma, di fatto, erano del tutto prevedibili. Il capolinea del capitalismo ha condannato interi strati di giovani alla vita senza vita della disoccupazione. A milioni vivono in quartieri poveri e in case popolari inadeguate, mentre milioni di appartamenti sono vuoti o sottoutilizzati. Non vengono costruite nuove case popolari, e solo i ricchi possono permettersi di prendere casa, anche la più modesta, a Londra.

Sotto una superficie calma e ordinata, nelle profondità della società inglese, ribolliva una rabbia crescente. Per decenni la società ha chiuso gli occhi di fronte alla tremenda realtà di ciò che sono veramente i ghetti in cui i poveri diventavano sempre più poveri e indebitati, e dove è più facile trovare droghe e armi piuttosto che cure decenti, un educazione e luoghi di svago. E mentre c’è abbondanza di denaro per i parassiti della City, dove i banchieri si premiano con bonus stratosferici pagati con i fondi pubblici, non c’è una lira per garantire condizioni di semi-civiltà per la gente di Brixton.

Si tratta una nuova e interessante interpretazione della Bibbia: "Colui che ha avuto, a lui deve essere dato: e a chi non ha avuto, da lui deve essere preso, tutto quello che ha.” C’è quindi da stupirsi ancora se esiste un senso generale di rabbia e frustrazione, specialmente tra i giovani, in queste comunità?

Le rivolte sono coincise con una crisi generale dei mercati finanziari mondiali. Questo riflette il nervosismo generale di una parte della borghesia, che finalmente ha preso atto del fatto che la ripresa economica ha esaurito la sua spinta. L’annuncio di una crescita eccezionalmente bassa dell’economia americana ed europea è stato sufficiente per provocare il panico generale dei mercati, già spaventati della crisi del debito ai due lati dell’atlantico. Ora gli economisti hanno cominciato a parlare apertamente di double-dip, cioè di una doppia recessione, che potrebbe arrivare prima di quanto si creda.

Ormai non ci sono più dubbi sul fatto che le politiche di tagli e di austerità possono solo peggiorare la crisi attuale. Tagliando gli standard di vita, si riduce la domanda, aggravando così la crisi di sovrapproduzione. Su questo i keynesiani e i riformisti hanno ragione. Purtroppo però, non hanno alcuna alternativa da offrire. Come potrebbero infatti aumentare gli investimenti dello stato quando ogni governo occidentale sta lottando contro deficit giganteschi?

L’unica risposta è il cosiddetto “alleggerimento quantitativo” (Quantitative Easing), che poi significa semplicemente stampare moneta. Questo non farà altro che alimentare il fuoco dell’inflazione, preparando  una caduta ancora peggiore. La borghesia si ritrova intrappolata tra l’incudine e il martello.

Cameron può trovare un sostegno temporaneo facendo la parte del difensore dell’ordine e nemico dell’anarchia. Ma la vera anarchia è l’anarchia del sistema capitalista, l’anarchia del mercato. E’ questa che ha tolto a milioni di persone il lavoro, la casa e la speranza. Ed è l’assenza di queste cose che alimenta gli scoppi di disperazione e le violenze. Nel lungo termine, le rivolte avranno serie conseguenze politiche. Aumenteranno le divisioni nella coalizione tra Conservatori e LiberalDemocratici.  La tattica del “brucia e distruggi” dei Conservatori, che stanno usando la crisi e l’enorme debito pubblico per distruggere i servizi sociali e decimare il settore pubblico, è in grossi guai.

Le rivolte in Gran Bretagna sono solo un sintomo della crisi generale del capitalismo. Una crisi che si approfondisce di continuo, e la borghesia non ha una via di uscita. Ogni tentativo di ricreare l’equilibrio economico serve solo a minare alla fondamenta l’equilibrio sociale e politico. E questo non può certo essere risolto velocizzando i processi e riempendo le prigioni già affollate.Si stanno preparando nuove esplosioni. Domani ci saranno nuove sollevazioni. I giovani stanno cercando una via di uscita da questo vicolo cieco in cui gli ha cacciati il capitalismo. Presto scopriranno che tumulti come quelli di questi giorni non portano che a un altro vicolo cieco. Dovranno trovare un modo migliore e più sicuro per liberarsi dalla schiavitù del capitalismo.

I marxisti non si uniranno al coro ipocrita della borghesia e dei suoi lacchè. Noi seguiremo invece il buon suggerimento di Spinoza “Non piangere ne ridere, ma capire.” Il nostro compito è trovare la strada verso le giovani generazioni, per aiutarli a trovare la strada giusta, quella rivoluzionaria, la strada della ricostruzione socialista della società.

Londra, 9 Agosto 2011