Giù le mani dal Venezuela!

Intendiamo esprimere la nostra profonda preoccupazione per l’intromissione degli Stati Uniti nelle questioni interne della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Siamo estremamente preoccupati per le dichiarazioni recenti del Sottosegretario di Stato Peter DeShazo il quale afferma che ci sono state “troppe infrazioni” nel processo di verifica delle firme che l’opposizione ha raccolto nel tentativo di imporre un referendum di revoca della carica di Presidente della Repubblica.

Ha anche dichiarato che per gli Stati Uniti l’opinione dell’Organizzazione degli Stati Americani e degli osservatori del Centro Carter (fondato dall’ex presidente degli Stati Uniti) era tanto importante come la decisione finale del Consiglio Elettorale Nazionale (CEN). Questa è del tutto chiaramente un’interferenza ingiustificata nel processo democratico in Venezuela e un tentativo di mettere pressione al CEN affinché convalidi le firme dell’opposizione, senza considerare se queste siano valide o meno.

Inoltre il governo Venezuelano ha denunciato il fatto che SUMATE, l’organizzazione oppositrice che ha coordinato la raccolta di firme, ha ricevuto finanziamenti dal Fondazione Nazionale Statunitense per la Democrazia.

Esprimiamo preoccupazione anche per la situazione del giornalista Ernesto Villegas. Un’indagine giudiziaria è stata aperta contro Villegas che è stato accusato di aver pubblicato la trascrizione di una conversazione telefonica fra due dirigenti dell’opposizione dove questi ultimi ammettevano di non aver raccolto le firme necessarie. La registrazione della conversazione era già di dominio pubblico e la sua veridicità è stata ammessa da una delle persone coinvolte. Il procedimento giudiziario nei confronti di Villegas è un tentativo di zittire chi rende pubblico quello che sanno tutti: l’opposizione non ha mai raccolto il necessario di firme per convocare il referendum.

Il governo Usa non ha la minima statura morale per dare lezioni di democrazia al popolo e al governo venezuelano, particolarmente dopo l’appoggio fornito dall’amministrazione Usa al governo, di breve durata e non eletto democraticamente di Pedro Carmona che si insediò in Venezuela in seguito al colpo di stato dell’11 aprile 2002.

Esprimiamo l a nostra difesa del processo rivoluzionario in Venezuela, dove la popolazione ha più volte dimostrato, in ben sette elezioni, il proprio appoggio al progetto Bolivariano promosso dal Presidente Chavez e chiediamo che il governo degli Stati Uniti smetta di interferire legli affari interni del Venezuela